Thalia
Sopra di me, su un cielo dalle sfumature bluastre costellato da milioni di stelle, la luna splendeva maestosa e i suoi raggi si posavano sui tetti e sulle case di Harlem come fossero un leggero e argenteo lenzuolo.
La flebile luce dei lampioni illuminava il marciapiede su cui camminavo, poche auto sfrecciavano ancora per le strade e il frastuono causato dai motori riuscì a colmare il vuoto che avrebbe lasciato il silenzio, facendomi sentire meno sola. Manhattan a poco a poco si assopiva, e all'imbrunire i suoi cittadini rincasavano per godere del calore della propria dimora.
Ero diretta all'Angels per il mio primo giorno di lavoro. Sentivo il cuore fremermi fra le costole per l'agitazione, il battito pulsava nei miei polsi. Dovevo ammetterlo, ero spaventata.
Non sapevo cosa aspettarmi da quel luogo tutt'altro che casto, non avevo idea di ciò che mi attendeva oltre le porte che conducevano agli inferi. Ero ancora in tempo per cambiare idea e tornare indietro? No, ormai era troppo tardi. Avevo firmato il contratto pochi giorni prima ma, soprattutto, avevo già speso buona parte della paga per la prima retta scolastica.
Le lancette dell'orologio, che portavo al polso, rintoccarono le nove di sera nell'esatto momento in cui giunsi davanti alla porta d'ingresso di quel locale. Sulla soglia scorsi l'imponente figura di un buttafuori. La sua posa era composta mentre le mani si intrecciavano dietro la schiena, sul volto, caratterizzato da una lieve ombra di barba, regnava un'espressione austera che mi intimorì.
«Ha prenotato, signorina?»
«Oh no, non sono una cliente. Io lavoro qui, è il mio primo giorno.»
Il buttafuori mi mostrò un accenno di sorriso, che ricambiai. Si scompose, giusto il tempo di stringermi la mano.
«Mi chiamo Thalia, tanto piacere.»
«Io sono Clarke. Beh, ti auguro un buon primo giorno allora, Thalia.»
Dopo avermi stretto la mano, Clarke incrociò ancora una volta le braccia dietro la schiena. Il suo sguardo intransigente scivolò oltre le mie spalle, posandosi sui clienti che sembrava non vedessero l'ora di entrare, di immergersi fra le ceneri e i carboni ardenti della casa di Lucifero.
Venni accolta ancora una volta da luci stroboscopiche rosse e violacee, che mi costrinsero a socchiudere le palpebre nel tentativo di mettere a fuoco la sala e poter osservare meglio ciò che mi circondava. La musica a tutto volume del dj mi travolse, tanto da impedirmi di udire il chiacchiericcio della clientela di quella sera.
«Dolcezza, eccoti qui. Per un momento credevo che te la saresti data a gambe levate, sono sorpreso.» Xavier uscì da dietro il bancone e mi raggiunse.
«Ti ho già sorpreso e siamo solo al primo giorno di lavoro. Allora, che devo fare?»
Il barista mi indicò una porta, nascosta da una tenda di velluto rossa sul retro del palco, la stessa da cui entrava e usciva il personale del nightclub.
«La vedi quella porta? Lì dentro c'è un lungo corridoio con diverse stanze: uno sgabuzzino per le scope, un magazzino per le bevande e una cella frigorifero. Entra nella prima porta a destra, è un camerino riservato a voi ballerine. Trovi anche un piccolo armadio con dentro qualche vestito.»
«Prima porta a destra, okay. Allora io vado.»
Mi feci spazio fra la folla nel tentativo di raggiungere la porta che Xavier mi aveva indicato, nella parte opposta del locale, ricevendo qualche gomitata e spintone.
Oltrepassata la marea di persone accaldate e sudaticce, che si muovevano a ritmo di musica, e i numerosi tavolini che circondavano i diversi palchi su cui delle ballerine si esibivano, mi trovai finalmente davanti alla porta d'ingresso adibita al personale.
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𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfiorite
RomanceDAL 20 MARZO 2023 DISPONIBILE IN VERSIONE EBOOK E CARTACEO SU AMAZON ~ VOLUME 1 - Dirty Dark Serie Questa storia NON è autoconclusiva, il finale è aperto e il secondo libro è in fase di lavorazione, ma non ancora disponibile né su Amazon né qui su W...