Sèline, il mio primo amore

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01 gennaio 2020

Flynn era diventato un disonesto, vestiva i panni dell'antagonista di una storia: la sua.

Era entrato a far parte di una gang mafiosa, era partecipe dei contrabbandi e del giro di droga che metteva Manhattan in ginocchio.

Lui, come gli uomini per cui lavorava, deteneva il vero potere, perché si sa che è solo con la paura e con la violenza che si riesce a trarre vantaggio.

In poco tempo era passato dall'essere la vittima a far soffrire gli altri. Ogni pugno che sferrava e ogni proiettile sparato alleggeriva il peso che gravava sulle sue spalle, ma quella voragine oscura all'altezza del petto non venne mai colmata. O meglio, questo fino a quando non conobbe Séline, in un bar dove lavorava come cameriera.

Fu un colpo di fulmine. Si innamorò perdutamente di lei, del suo sorriso caldo e gentile, del suo viso roseo impreziosito da alcune lentiggini e dalla sua chioma rossa.

Paragonava quella donna quasi a una divinità, così gentile e al contempo bella da non sembrare neanche vera.

Flynn si recava in quel bar quasi ogni giorno, solo per parlare con lei. E con il tempo la semplice amicizia che avevano instaurato divenne qualcosa di più.

Si amavano. Lui aveva lei, lei aveva lui. L'avrebbe protetta da tutto, anche da sé stesso se fosse stato necessario.

«Grazie, bambolina.»

Flynn afferrò la bottiglia di birra che Séline poggiò davanti a lui, sul tavolo. Bevette un sorso, ma il suo sguardo non abbandonò quella ragazza, che prese posto di fronte a lui.

Ormai era una quotidianità per loro sedersi attorno allo stesso tavolo e parlare fino alla chiusura del locale, soprattutto nei momenti di vuoto in cui il lavoro le concedeva una pausa.

Sèline gli sorrise e si rigirò il cavatappi fra le mani. «Oggi hai da fare? Dopo la chiusura intendo. Magari potremo andare a mangiare qualcosa al Mc Donald's.»

Flynn sospirò appena e distolse lo sguardo da lei, cominciando a ridurre in minuscoli pezzettini un tovagliolo di carta,

Fra loro non tutto era rose e fiori come poteva sembrare, perché Flynn le stava mentendo su una delle cose più importanti: il suo "lavoro" e la sua vita.

Ormai conosceva Sèline e sapeva che non era fatta per il suo mondo, che non lo avrebbe mai accettato. E dubitava che il loro rapporto sarebbe andato avanti una volta scoperta la verità.

Quindi non aveva fatto altro che mentirle: le aveva sempre raccontato che lavorava al municipio con Monica, la madre di Roxy, come portiere notturno, per questo era spesso fuori la notte. La verità non era poi troppo diversa da quella bugia, perché che proprio lì, ai piani alti, avvenivano alcuni dei suoi affari.

C'erano così tante persone frustrate e soggiogate dalla droga al fianco del sindaco, che lavoravano lì dentro, ma nessuno se ne rendeva conto.

«Sono a lavoro, lo sai che faccio sempre il turno di notte.»

Dopo tutto quel tempo trascorso insieme attorno a un tavolo di quel bar, non avevano avuto un solo vero e proprio appuntamento: di mattina andavano entrambi a scuola, poi nel pomeriggio Séline doveva lavorare mentre Flynn doveva scappare subito dopo la chiusura del bar. Per questo non riuscivano mai a far conciliare i loro impegni e a vedersi, nonostante la ragazza gli avesse chiesto diverse volte di andare con lui a lavoro.

Gli avrebbe fatto compagnia, che problema c'era del resto?

«Questa volta posso venire con te?»

«E' meglio di no Séline, ho bisogno di restare concentrato. E' un lavoro delicato, con documenti e scartoffie importanti.»

𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfioriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora