51 - Catene attorno ai polsi

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Thalia

Era un giorno di dicembre come un altro quello. Sedevo su uno dei sedili del pullman e osservavo, attraverso il vetro del finestrino, le vie di Manhattan che scorrevano veloci sotto il mio sguardo mentre mi dirigevo a scuola.

Le strade cominciavano a riempirsi di luci, decorazioni e di alberi di Natale. Sulle soglie dei negozi scorsi anche alcuni pupazzi di neve finti e delle ghirlande. La signora seduta al mio fianco, invece, mentre leggeva il giornale del mattino, ascoltava delle canzoni natalizie attraverso una vecchia radiolina.

Sorrisi appena e appoggiai la fronte contro il finestrino. Con le braccia incrociate al petto e una sciarpa che mi avvolgeva il collo, coprendomi anche naso e bocca, aspettai di veder comparire la via che costeggiava la Marymount School.

Quando l'autobus si fermò poco distante da scuola, mi alzai dal sedile e scesi dall'abitacolo insieme a tanti altri studenti.

Le vacanze ormai erano sempre più vicine, il Natale era alle porte. Avevo deciso di tornare a Ciudad del Mexico e trascorrere quelle festività insieme a mamma e a papà, con me sarebbero venuti anche Drake e Zack. Dopo tanti anni trascorsi a provare solo odio e rancore, volevo recuperare tutto il tempo perso.

La vita era troppo breve e imprevedibile per permettere ai momenti più importanti di sfuggirmi dalle mani.

Varcai i cancelli della scuola e cercai con lo sguardo le mie amiche, che notai mi stessero aspettando sulle gradinate davanti all'ingresso. Mi feci largo fra la folla di studenti che costellavano il cortile e le raggiunsi.

<<Buongiorno, ragazze.>>

<<Ecco la nostra Thalia! Sei arrivata giusto in tempo.>> disse Yasmin.

<<In tempo per cosa?>> chiesi con un sorriso divertito, mentre lasciavo loro un bacio sulla guancia.

Kaylee mi circondò le spalle con un braccio e si appoggiò a me con il capo. <<Pensavamo di uscire nei prossimi giorni, tutte quante, e di fare shopping in vista delle feste. Sai, per i regali o cose così.>>

<<Io dovrei comprare l'albero di Natale effettivamente, non ne ho uno qui a Manhattan, quindi ci sto! E poi ho una lunga lista di regali da acquistare.>>

<<Allora è deciso, e trovare l'albero di Thalia sarà la nostra prima tappa.>> esclamò Ashley, battendo le mani con entusiasmo.

<<Ovviamente. Che Natale sarebbe senza un albero?>> disse Maya.

Il trillo della campanella, che segnava l'inizio delle lezioni, ci costrinse ad accantonare quei discorsi, almeno per il momento. Nascosi le mani fredde nelle tasche del giubbotto e varcai la soglia insieme alle altre, ci separammo poi, ognuna diretta verso il proprio armadietto.

Mi sfilai la sciarpa dal collo e la infilai nello zaino mentre attraversavo i corridoi, fermandomi solo un momento davanti a una fila di armadietti. Fu allora che percepii una presenza al mio fianco, e con la coda dell'occhio vidi qualcuno che si appoggiava alla parete con le spalle.

Mi voltai e rimasi parecchio sorpresa nell'incrociare il dolce sguardo di Henry. Sorrideva e notai che fra le mani stringesse un libro di poesie.

Sembrava così diverso dall'Henry con cui avevo avuto a che fare durante la gita scolastica, pareva essere di nuovo sé stesso: il ragazzo gentile e amante della lettura e della poesia che avevo conosciuto all'inizio.

<<Thal, ciao. Posso parlarti un momento?>> sembrava parecchio nervoso o imbarazzato, come se la mia presenza lo mettesse a disagio.

<<Certamente.>>

𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfioriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora