Thalia
«Okay, ho finito.» la fiamma dell'accendino bruciò lo stoppino di un'ultima candela.
Un dolce aroma di legno di sandalo e arancia impregnava il salotto, sul tavolino davanti al divano avevo sistemato una bottiglia di vino e due calici, della musica risuonava per tutto l'appartamento e, alla televisione, il film che avevo scelto attendeva solo che schiacciassi "play" per cominciare. Il fattorino con la pizza sarebbe arrivato a momenti e poi sarebbe stato tutto perfetto, tutto organizzato fin nei minimi dettagli.
Girai su me stessa e mi guardai tutt'intorno, sorridendo orgogliosa per l'ottimo lavoro. Avevo trascorso tutto il pomeriggio a sistemare il salotto e ad accendere candele, queste ultime sono state un consiglio di Roxy, per rendere l'atmosfera più romantica.
Mancava soltanto Henry, poi la nostra serata avrebbe potuto avere inizio.
Dopo quel primo e discutibile appuntamento al luna park, gli avevo promesso che avremmo rimediato e, per essere certa che non ci fossero altre interruzioni, avevo pensato di invitarlo a cena a casa mia.
«Ci siamo, dovrebbe essere qui a minuti.» mormorai mentre osservavo l'orologio appeso alla parete della cucina.
Mi voltai verso il corridoio quando riconobbi il suono dei passi di Drake. Mio fratello, senza nemmeno guardarmi, si stava dirigendo verso la porta d'ingresso dell'appartamento.
«Sto uscendo.» borbottò con freddezza quando era già sulla soglia, mentre si infilava la giacca.
Erano trascorsi due giorni dalla sera in cui vidi sul suo computer quel sito, da allora mi parlava a malapena. Era diventato scostante e ostile, ci eravamo allontanati ancor di più e non lo credevo possibile dopo la nostra discussione all'Angels.
Ero così contenta di vivere quell'avventura a Manhattan insieme a lui, mi era mancato ogni singolo giorno trascorso lontani. Non pensavo che la pace e la tranquillità che solo lui riusciva a trasmettermi si sarebbero sgretolate il tempo di un sospiro.
«A più tardi.» gli risposi, sforzandomi di sorridere.
«Torno domani mattina.» e con quelle parole Drake mise fine al nostro breve dialogo. Non mi diede modo di ribattere, aveva già varcato la porta d'ingresso.
«Diamine...» imprecai.
Mi lasciai ricadere sul divano, fra le morbide coperte di lana che avevo piegato con cura.
Possibile che non ci fosse una sola cosa nella mia vita che andasse bene?
Ero salita sul primo volo di linea per fuggire da Ciudad del México, avevo raggiunto Manhattan grazie ai miei risparmi, non avevo trovato un buon lavoro e mi ero accontentata di vestire i panni di The Masked Angel.
Ciò nonostante avevo aspettato, perché ero certa che con il tempo tutto si sarebbe aggiustato. Ma più i giorni passavano, più la mia vita si complicava.
Mi improvvisavo l'investigatrice di un omicidio, o suicidio, che aveva macchiato Manhattan, ma ogni passo verso la verità sentivo di sprofondare e ciò mi terrorizzava. Inoltre era ormai chiaro che Flynn nascondesse qualcosa e che io bramassi scoprire cosa fosse quel "qualcosa", per non parlare di Joseph, che ero certa di aver già visto da qualche parte, probabilmente in Messico.
Fu il rumore del campanello, che risuonò in tutto l'appartamento, a risvegliarmi da quel mare di pensieri. Era sicuramente Henry!
Mi alzai come una molla dal divano e raggiunsi a grosse falcate il citofono.
«Chi è?»
«Speedy Pizza, ho una consegna per Thalia Anderson.»
Sbuffai appena quando mi resi conto che fosse solo il fattorino della pizza. Premetti il pulsante che apriva il portone principale del palazzo e attesi che il fattorino salisse le scale, ma dopo pochi istanti vidi arrivare Henry.
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𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfiorite
RomanceDAL 20 MARZO 2023 DISPONIBILE IN VERSIONE EBOOK E CARTACEO SU AMAZON ~ VOLUME 1 - Dirty Dark Serie Questa storia NON è autoconclusiva, il finale è aperto e il secondo libro è in fase di lavorazione, ma non ancora disponibile né su Amazon né qui su W...