Capitolo 28 - Grazie

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Quello era un "macellaio".

Lo chiamavano così da quelle parti ed era uno dei mostri più temuti di tutto il continente.

Erano assassini letali che si cibavano non solo del tuo corpo, ma anche della tua mente.

Era un macellaio perché riduceva le sue vittime in poco più che pezzetti.

Ciò che rimaneva era effettivamente il vuoto.

Persino l'anima veniva divorata.

Era letale, pericoloso, aggressivo e per fortuna era anche raro.
Vederli non era tanto facile ma quando li si incontrava o si avevano esperienze che ti provocavano incubi per tutta la vita o non ne uscivi vivo.

Era un essere del Regno Oscuro che era riuscito a scappare e superare il limite per cacciare in altri territori.

Insomma, il demone mi aveva spiegato tutto questo e aveva esplicitamente detto che ero stata fortunata a non essere stata catturata.

In quel caso lui non avrebbe potuto fare niente anche se aveva provato con tutto se stesso a proteggermi con le sue ombre.

Avevo sentito quel potere...
Potevo soltanto immaginare cosa mi avrebbe fatto.

Eppure mi aveva lasciata lì, tremante, impaurita, scioccata.

Se ne era semplicemente andato.

Ciò che mi preoccupava adesso era Surya.
Era svenuta dal dolore e non si era ancora ripresa.

Stava tra le braccia del demone, gli arti a penzoloni, senza controllo. La gamba storpia era un tormento da vedere e non osavo immaginare le urla...

Come se mi avesse letto nella mente aprì gli occhi di scatto e si agitò notando il demone che la teneva in braccio.

«Lasciami andare! Lasciami andare!» urlò.

Mi avvicinai e la toccai, attirai la sua attenzione e le dissi: «Surya, sono io. Sono Eileen. Guardami...»

Come d'istinto la sua testa scattò su di me e crollò in un mare di lacrime. Si contorse per lanciarsi verso di me e il demone ebbe la prontezza di sdraiarla per terra in modo da lasciarci libero movimento. Le sue ombre si radunarono attorno a noi in modo da lasciarci un po' di privacy.

«Sono io. Sono qui...» le ripetei.

Mi circondò con le sue fragili braccia e piagnucolò: «Pensavo di... pensavo di averti persa... per sempre. Non ti percepivo e poi ad un tratto un dolore lancinante alla nuca... sul tatuaggio.»

Ora capii.
Capii che la strana sensazione che percepivo da un paio di giorni dietro la nuca era proprio il patto di sangue. Probabilmente il pulsare costante era proprio il legame che mi avvisava che Surya fosse in pericolo così come era successo anche a lei quando stavo per morire soffocata.

«Adesso siamo insieme. Va tutto bene...» le accarezzai la testa per tranquillizzarla.

Le diedi il tempo necessario per riprendersi, poi l'avrei sormontata di domande.

Cosa le era successo?
Cosa ne era stata della sua famiglia?
Perché era da quella parte del bosco?

Un cespuglio si mosse.

Mi girai di scatto iniziando a tremare ripensando al macellaio.

Tutti si misero in posizione di difesa. Le armi impugnate, le difese alzate. Mi posizionai davanti a Surya.

Se fosse venuto a prenderci...

Dal cespuglio da cui era caduta Surya uscì fuori Estella, la cagnolona-lupo che aveva trovato rifugio nella stalla della mia amica.

La regina della vita e della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora