Capitolo 77 - Incantesimo

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Discussione chiusa.

Non avevo ammesso repliche, né lamenti o discorsi che mi potessero persuadere. Quella era la mia decisione effettiva e nessuno, tantomeno lui, sarebbe riuscito a farmi cambiare idea.

Quello, però, non lo aveva bloccato nell'arrabbiarsi. Un verso bestiale aveva risuonato dal profondo della sua gola e mi aveva fatto tremare. Un ringhio basso e cupo aveva riverberato nel suo petto. Poi il demone si era voltato e se ne era andato, per poi tornare poco dopo con dei vestiti tra le braccia. Non sapevo dove li avesse presi. Probabilmente era tornato all'accampamento e veloce come un fulmine aveva preso i primi pantaloni e le prime camicie che aveva trovato. Pensare che qualcuno, o meglio, Brianna, Shaila e Surya, potessero vederlo in quel modo... senza neanche delle mutande a coprirlo...

Gli strappai il malloppo di vestiti ben piegati dalle mani e mormorai qualcosa di veramente poco gentile. Probabilmente a lui non fregava niente di farsi vedere nudo, probabilmente tra di loro erano così intimi da spogliarsi e vestirsi senza porsi problemi di pudicizia. Ma quel corpo era stato sotto, sopra e dentro di me e io ne ero assolutamente e totalmente gelosa.

Mi vestii velocemente e aspettai che si coprisse in completo silenzio. Lui non era da meno. Potevo percepire la sua rabbia infervorare sempre di più.

Mi aveva detto che sarebbe stato protettivo, possessivo e insopportabile. Persino pericoloso. Ma non avrei mai immaginato che potesse avanzare stupide pretese maschili su di me. Non ero una ragazzina da difendere, non ero una principessina debole. Lo guardai truce, percorsi con lo sguardo quel suo corpo muscoloso, potente e ingombrante. Non ero poi così tanto arrabbiata...
Stupido vincolo. Stupido Nexus che controllava i nostri stati d'animo, le nostre emozioni e le nostre azioni.

Soltanto quando rialzai lo sguardo verso Kiernan mi resi conto che anche lui non aveva smosso i suoi occhi da me. Erano pazzeschi. Di un blu acceso che mi ricordava l'oceano di Maride, visto soltanto qualche ora prima. Non sapevo perché, ma i suoi lineamenti si addolcirono e solamente quando sollevò la mano verso di me capii veramente.

Tra le sue dita, a coprire parte delle cicatrici rosa e bianche, vi era un pezzo di stoffa bianco, leggero e soffice. Era il mio velo magico. L'unico regalo che Melisande aveva osato farmi e al tempo stesso un'orribile e ingiusta punizione.

Mi formicolò il naso e gli occhi si riempirono di lacrime salate e piene di tristezza, amarezza e ricordi. Un groppo grande quanto un masso mi si era formato in gola e il cuore mi si era appesantito.

Avevo odiato con tutta me stessa quel velo, credendo che fosse una maschera creata per punirmi e sminuirmi. E se fosse stato una protezione?

"Sei un dono del cielo, Eileen. Non pensare mai di essere un mostro."

Aveva detto così la mia strega. E adesso capivo. Iniziavo a pentirmi di aver detestato, con una piccola parte di me, la Melisande che aveva creato il velo che mi aveva coperto metà viso per tutta la mia vita. Per molto tempo mi ero chiesta il motivo di nascondermi in quel modo, il mio cuore affranto e arrabbiato era sempre arrivato alla conclusione che mostrarmi agli occhi degli altri sarebbe stato una vergogna. Ma se mi avesse voluto proteggere? Se con quel velo, per quanto limitante e orribile, mi avesse difesa da mostri peggiori dei Reali?

Mi era rimasto solo quello. Un pezzo di stoffa inutile. Non avevo più niente della ragazzina di un tempo. Non avevo più nulla della principessa che ero stata. O forse, dentro di me, non lo ero mai stata. Il mio animo ribelle e combattivo non si era mai assopito, anche durante gli esami indotti dai miei genitori. Sdraiata su quel lettino, non avevo mai smesso di lottare. Avevo lasciato alle mie spalle tutto ciò che riguardava il passato. Ma mi era rimasto soltanto quello. Un pezzo di stoffa.

La regina della vita e della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora