Eileen.
«Kiernan.» sussurrai per l'ennesima volta. Avevo scoperto che mi piaceva pronunciare il suo nome e che mi piaceva la sua cadenza.
Kier-nan.
Lo assaporai ancora una volta sulle mie labbra e risi. Era davvero un bel nome. Mi voltai e fissai il suo volto rilassato. Gli calzava bene, proprio bene. Si addiceva al suo tormentato animo, ai suoi capelli scuri, ai tatuaggi neri che gli adornavano il corpo e alle sue ombre.
Kiernan. Oscuro. Nero.
E a me la sua oscurità piaceva da impazzire.
Mi voltai di fianco, la sabbia premeva sulla mia pelle e mi raschiava, ma in quel momento non mi interessava. Incastrai una gamba tra le sue e posizionai un braccio attorno al suo collo in modo da arrivare alla guancia. Scivolai con un dito sul suo profilo e mi avvicinai al suo orecchio. «Fallo ancora.»
Gli occhi blu acceso scattarono su di me e in un secondo mi ritrovai con la schiena sulla sabbia. Il demone mi schiacciava con la sua imponente mole, ma a me piaceva quel contatto pelle contro pelle. Mi piaceva come i miei seni aderivano ai suoi pettorali, a come le mie anche si incastrassero alle sue e come le sue braccia, quelle grosse e potenti braccia tatuate, mi trattenessero con la forza.
Kiernan ghignò e il suo sguardo si riempì di una crudele malizia. «Dovrai essere più precisa.»
Nonostante il sole cocente e le alte temperature di Maride, il mio corpo rabbrividì. Sapevo che, se gli avessi dato modo, mi avrebbe scopata e scopata e scopata in quella spiaggia perduta. Sapevo che, il suo corpo sarebbe stato in grado di sopportare quello sforzo fisico più del mio e che io, a fine giornata, sarei stata ridotta a un piccolo mucchietto di ossa.
E nonostante questo...
Scacciai via il pensiero. «Non intendo questo. Intendo... quel giochetto con le ombre.»
Kiernan mi lanciò un'occhiata spazientita. Gli avevo chiesto di riprodurre la stessa cosa almeno dieci volte. Non era niente di che ma... mi piaceva un sacco. Mi morsi il labbro inferiore, in attesa, e poi guardai attentamente quella magia.
Dalle spalle del demone si sollevò un rivolo di ombra scura. Parve volteggiare e schiarirsi come il fumo, poi si estese come se fosse un braccio e arrivò vicino al mio viso. Aspettai e dopo un paio di secondi l'ombra calò su di me, accarezzandomi la pelle come una mano delicata e benevola. Mi faceva il solletico, ma sapevo che, se il demone avesse voluto, quel piccolo rivolo avrebbe potuto prosciugarmi l'anima.
Non lo fece. Mi gustai quel tocco leggero e ridacchiai quando il suo potere mi sibilò nell'orecchio, come se mi volesse parlare.
«Come funziona?» gli chiesi. Sapevo che ogni potere aveva la sua fonte, che ognuno di noi attingeva a qualcosa di diverso in base alla propria persona, alle proprie esperienze.
Il demone osservò il mio viso e i miei occhi bianchi come il latte. Temevo ancora che mi vedesse come un mostro o che tutto questo, tutto quello che avevamo fatto, si sarebbe rivelato soltanto un sogno.
«Non c'è un qualcosa che lo attiva, se è quello che intendi.» spiegò inclinando la testa e facendosi ricadere un ciuffo nero sulla fronte. «Non è come attingere a un sentimento, come fai tu, è più... una costante. Il mio potere c'è, esiste sempre.»
In quel poco tempo avevo capito che la mia magia si attivava, in particolar modo, quando ero arrabbiata o ferita. Era stato un crescendo: ero partita con una piccola voce nella mia testa, poi una sinfonia, e in seguito il fuoco che mi bruciava nelle vene. E poi ero passata a creare vere e proprie fiamme. Però adesso... sentivo questa cosa sotto pelle, era viva, in movimento e mi costava un certo sforzo. Ma non potevo immaginare cosa significasse cercare di tenerlo a bada costantemente.
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La regina della vita e della morte
FantasiPrimo libro della saga Sanguis Ignis. Disponibile su Amazon in versione cartacea ed EPUB. ⚠️ La storia contiene contenuti espliciti e non adatti a persone sensibili. ------------------------- "E a me, e a lui, andava bene così. Perché in fin dei con...