Capitolo 13 - Un contatto (in)desiderato

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Peggio di così non poteva andare.
No, decisamente no.

"Tu cavalcherai con me" aveva detto.

Me lo sarei dovuta aspettare, lo ammetto. In fin dei conti io ero loro prigioniera e sarei potuta scappare al galoppo di un Mustang se me ne avessero fornito uno. Ammetto persino di averci già pensato.

Peccato che io non sapessi neanche salire in groppa al cavallo.

Ne ero terrorizzata. Sarei potuta cadere, oppure il cavallo avrebbe potuto disarcionarmi, o magari mi avrebbe uccisa scalciandomi uno zoccolo in testa.

E per di più dovevo cavalcare con il demone. Sottolineo cavalcare con il demone.
E non cavalcare il demone.
C'era una certa differenza da tenere in considerazione.

Rick si era preso la Mustang femmina color miele, Egor e Shaila avevano optato per gli altri due.
A me, a noi, era toccato quello nero.
In un certo senso questo mi tranquillizzava perché ormai il cavallo si fidava di me.
Ma io non mi fidavo del demone.

Più guardavo Alastor - così lo avevo chiamato - più mi rendevo conto che per me sarebbe stato difficile salirci sopra.

«Siamo pronti, demone.» annunciò Egor che stava finendo di legare alla sella del suo cavallo le sue sacche.

«Pronta?» chiese il demone spingendomi contro il cavallo.

Si inchinò davanti a me posizionando le mani in modo da usarle come appiglio per darmi lo slancio e salire in sella.

«Non ho bisogno di aiuto.» lo ignorai.

Guardai ancora una volta il Mustang e gli sussurrai: «Ti prego non farmi cadere.»
Alastor nitrì in risposta poi piantò gli zoccoli nella terra e rimase immobile.
Bravo il mio destriero!

Con il piede non arrivavo alla staffa perciò mi issai nel pomello e cercai di darmi lo slancio. Persi l'equilibrio e finii col sedere per terra. Feci un altro tentativo, riuscii quasi ad alzare e far passare dall'altra parte la gamba ma mi scivolò la mano. Niente, era troppo alto per me. Al terzo tentativo delle mani forti mi strinsero i fianchi, mi sollevarono come fossi una piuma e mi posizionarono sulla sella.

«Maledizione, ti ho detto che non ho bisogno del tuo aiuto!»

«Per quanto mi piaccia vederti fallire e sbuffare peggio di questi cavalli ti comunico che non abbiamo tutto il giorno, principessa.»

Con facilità il demone posizionò una mano sul pomello, un piede nella staffa e in un batter d'occhio me lo ritrovai dietro.

Beh, di certo potevamo iniziare la nostra cavalcata venti minuti fa se solo non fossi testarda e orgogliosa.

Il corpo del demone era così vicino al mio da farmi arrossire, ringraziai i cieli per il velo magico che nascondeva ogni mia minima emozione.

Mi spinsi in avanti più che potevo in modo da lasciare abbastanza spazio tra i nostri due corpi.

Stavo per ribattere la sua pessima battuta quando Alastor iniziò a camminare un po' più velocemente costringendomi a tenermi ben salda.

«Wow.»

«Davvero non hai mai visto un cavallo?»

«Già. Né ho mai cavalcato.»

«Non l'avrei mai detto.»

Stava osando fare del sarcasmo con me?!

Tutto per lui era semplice essendo alto e pieno di muscoli pronti a sostenerlo. E sicuramente aveva tanta esperienza nel cavalcare visto la praticità con cui guidava Alastor. Io invece... a malapena mi reggevo sulla sella e avevo un grande senso di nausea a causa del continuo dondolare.

La regina della vita e della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora