Capitolo 55 - Credici

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I miei amici, e non, erano sulla soglia di casa del demone. Dopo aver bussato, non avevano di certo aspettato che qualcuno rispondesse o venisse ad aprirgli. No, avevano spalancato la porta facendola sbattere sulla parete come a voler dire "Beh? Pensavate di esservi sbarazzati di noi?"

Probabilmente erano stati lì altre migliaia di volte prima di me e potevano permettersi il lusso di entrare come se fosse casa loro.

Tuttavia avrei preferito che mi dessero il tempo di sistemare il mio aspetto che dava tutta l'aria di essere stata travolta da un tornado. Beh, in realtà era andata così, e quel tornando era proprio il loro capo.

Tutti rimasero a fissare una me impalata e rigida. Non ero ancora pronta ad affrontare quello che era accaduto il giorno prima. Speravo di avere almeno un'altra notte per metabolizzare che tutti loro, dal primo all'ultima, avevano avuto paura di me. Ma evidentemente non mi era stato concesso tutto quel tempo.

Una voce si lamentò chiedendo a quella massa di creature muscolose e atletiche di spostarsi. Come risvegliati da uno stato di trance, quelli obbedirono lasciando passare una ragazza bionda dagli occhi verde giada.

«Nuray!»

Surya si fermò, soltanto un istante, per osservarmi. Insieme portammo la mano verso il segno dietro la nuca che il nostro patto di sangue ci aveva lasciato come regalo. Una scossa mi attraversò l'intero corpo facendomi sentire piena. Corremmo l'una incontro all'altra e ci stringemmo in un abbraccio "stritola-costole".

«Mi dispiace. Mi dispiace così tanto.» le sussurrai stringendola forte.

L'avevo abbandonata perché non ero stata in grado di gestire la situazione. Non ero stata in grado di gestire le mie emozioni e avevo avuto la necessità di fuggire via. Questo aveva comportato che mi allontanassi da lei senza avvertirla.

«Ero così in pensiero, ma non fa niente. Adesso siamo insieme.» mi rispose e mi strinse ancora di più al suo corpo che si era rafforzato nell'ultimo mese mostrando dei miglioramenti visibili.

Ci staccammo dall'abbraccio lentamente. Avevamo ancora tutti gli occhi addosso.

«Che diavolo hai fatto al viso?!» proruppe prendendomi le spalle e strattonandomi. Una fitta di dolore lancinante mi fece fare una smorfia.

Cazzo!
Chissà in che condizione riversava il mio viso...

«Io...»

Non sapevo cosa dire. Non avevo avuto il tempo di pensare a una scusa efficiente. A Surya avrei potuto raccontare cos'era successo veramente ma gli altri...
Li guardai. Erano ancora sulla soglia della porta a osservarci, osservarmi, come vecchie zitelle pettegole.

Surya si voltò verso di loro con un ringhio: «Sparite, coglioni.»

Il gruppo di creature rinsavì ed entrò nella casa rivolgendomi un saluto gentile e sereno. Come se niente fosse accaduto. Gli unici a soffermarsi su di me furono Rick, che mi posò un bacio nei capelli, e Zy che mi strinse leggermente il braccio per poi seguire la grande folla in salotto.

«Ti racconterò, promesso.» bisbigliai a Surya.

Troppe orecchie con uditi super.

Surya mi lanciò un'occhiataccia severa e mormorò qualcosa che aveva tutta l'aria di essere una minaccia. Chiuse la porta e proseguì verso il corridoio che dava sul soggiorno. Si guardava in giro con curiosità e in quel momento mi ricordai che anche lei, come me, non aveva mai visto quella casa.

La regina della vita e della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora