Capitolo 41 - Da Speed

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Alloggiammo nella locanda "da Speed", un posto un po' rustico, buio, ma almeno era pulito e non c'erano i ratti a gironzolare per le stanze come mi ero aspettata.

Speed, nonché il proprietario della locanda, era felice che tra tutte avessimo scelto proprio la sua per alloggiare nella Città dei Sicari.

Ancora non ci credevo di trovarmi qui.
Ancora non capivo come potesse esistere e al tempo stesso essere sconosciuta un'intera città.

Non avevo potuto porre domande, i miei dubbi, quello che non mi tornava e lo avrei fatto molto presto. Ma ero così stanca dopo tutto quello che era successo ultimamente che persino la mia curiosità si era momentaneamente acquietata.

Il locandiere e le sue aiutanti ci avevano dato le stanze più ampie, felici di aver gli spettri proprio lì. Sembrava quasi che riceverli fosse un onore per loro, tant'è che non ci fece pagare neanche una moneta.

«Questa è la vostra stanza, principessa.» disse la cameriera che aveva fatto strada a me e a Surya mostrandoci i principali spazi della locanda.

Avevo richiesto di dormire con Surya. Non me la sentivo di stare da sola in un luogo completamente sconosciuto e soprattutto non mi dispiaceva il fatto di passare più tempo con la mia amica.

«Solo Eileen.» le ricordai sorridendole lievemente.

La femmina, un'altra fae molto giovane, annuì e aprì la porta per farci entrare.

La stanza era luminosa e abbastanza grande. Al centro c'era un letto matrimoniale con un lenzuolo giallo ricamato con fiorellini rosa. Di fronte al letto ma dal lato opposto c'era invece un camino di mattoni crudi inutilizzato. Sulla sinistra un armadio di legno scuro, sufficiente per mettere la poca roba che ci eravamo portate dietro. Dall'altro lato si presentava una porticina che dava sul bagno personale.

Era graziosa, molto. E non c'era neanche un po' di muffa o uno spiffero d'aria.

Pensai che per Surya dovesse essere la prima stanza decente in cui avrebbe dormito.

Estella corse sul letto e si acciambellò su sé stessa mentre noi rimanevamo stupite dalla situazione.

Qualcuno si schiarì la voce attirando la nostra attenzione.

«C'è... c'è qualcos'altro che posso fare?» chiese la ragazza che doveva avere la mia stessa età.

La fissai a lungo e le sue guance si tinsero di rosa. Era a disagio con me. Forse perché ero la principessa?

«Come ti chiami?» le chiesi avvicinandomi a lei.

«Sirilla, pri... Eileen.»

Sorrisi soddisfatta. Non volevo che pensasse male di me.

«Sirilla, è possibile avere due catini d'acqua per poterci fare un bagno?»

«Sono già stati preparati. Se volete ci sono asciugamani grandi e piccoli, spazzole e tutto ciò che vi serve per... beh, per...»

Era estremamente timida e nervosa, capii. Si ingarbugliò con le sue stesse parole, così Surya si intromise per salvarla.

«È perfetto, Sirilla. Grazie mille.»

La ragazza abbassò lo sguardo e arrossì nuovamente, poi annuì e chiuse la porta dietro di sé.

Io e Surya ci guardammo attorno, come se non avessimo mai visto una stanza da letto. Lei sicuramente non aveva mai tastato con mano il lusso ma io avevo vissuto in un castello e in una stanza il doppio di questa. Tuttavia, per me, la mia camera da letto era stata solo una prigione d'oro, il mio inferno personale, quindi era la prima volta che mi trovavo in una stanza tutta mia, dove poter fare ciò che volevo, dove poter essere ciò che volevo, e soprattutto non ne ero confinata.

La regina della vita e della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora