Eileen.
Quello che avevo fatto era imperdonabile. A stento riuscivo a respirare per via dei sensi di colpa che provavo. Una parte di me si era sgretolata e l'avevo lasciata in quella radura, accanto al mio compagno addormentato. Ero andata contro me stessa, contro tutto quello in cui credevo, contro i miei stessi sogni.
Ero pronta davvero a sacrificarmi.
Sapevo contro cosa stavo andando incontro e io ero pronta a farmi mozzare la testa. Sarebbe stato doloroso, avrei affrontato tutte le mie paure e ciò che avevo ignorato sarebbe riaffiorato per infilzarmi un pugnale nel petto.
Tuttavia non riuscivo a pentirmi della mia azione. Nonostante la disonestà, nonostante il tradimento.
Me ne ero andata...
Mi ero guardata indietro con uno sguardo infranto, con il cuore a pezzi, con la consapevolezza che tutto ciò che avevo vissuto e tutte le persone incontrate fino a quel momento sarebbero state soltanto un grande e infrangibile ricordo di una vita che avevo amato alla follia.
Mi veniva da piangere. Mi mancava l'aria. Mi sentivo crollare a pezzi.
Me ne ero andata...
Avevo lasciato tutto e tutti. Ancora una volta, ma questa volta era diverso. Non l'avevo fatto per salvarmi la pelle, per fuggire, per salvarmi. L'avevo fatto per un motivo molto più importante e profondo. Avrei salvato i miei amici. Avrei salvato Kiernan. Avrei salvato sua nipote. Avrei evitato una guerra.
Non importava cosa mi sarebbe accaduto una volta arrivata alla destinazione. Non ero nata per vivere altro se non quello. Ero stata creata per salvare e per sacrificarmi. Dentro di me bruciava questa consapevolezza e forse lo aveva sempre fatto.
Avevo impresso su di me il tocco di Kiernan. Era stato disperato e straziante. Avevo lasciato che mi scopasse come un selvaggio perché lui ne aveva bisogno. Aveva bisogno di sapere che ero sua, che mi trovavo al sicuro, che sarebbe andato tutto bene, che non l'avrei abbandonato. Sentivo i suoi denti sul collo, il segno delle zanne mi pulsava al solo pensiero. La sensazione della sua bocca sulla mia, della lingua che mi leniva la pelle e il suo cazzo che sprofondava dentro il mio corpo, dentro la mia anima, erano soltanto poche delle cose che mi erano rimaste addosso.
Avevo percepito la sua disperazione e avevo compreso che avrebbe fatto di tutto per me. Perciò non avevo avuto dubbi. Lo avevo rassicurato, avevo lasciato che si sfogasse, e solamente dopo che si era addormentato avevo svegliato Shaila per chiederle aiuto.
Le sue parole mi rimbombavano ancora nella testa, come la voce che si attivava nei momenti di difficoltà.
Avevo preso la mia decisione e adesso ero diretta nel Regno di Comdor, da Re Marcus e dalla Regina Cassandre e da... Dankan.
Eravamo partite da ore, ormai, e la temperatura si era abbassata gradualmente. Esattamente come aveva detto Shaila. Prima di partire si era assicurata che fossimo equipaggiate per un viaggio del genere, mi aveva fatto preparare delle borse con provviste, armi e soprattutto abiti pesanti. Non avrei mai pensato che potessero servire, non mentre ci trovavamo nell'afoso regno di Maride, ma mentre ci avvicinavamo al confine i brividi di freddo avevano cominciato a pervadermi in tutto il corpo.
Non avevamo preso i cavalli perché secondo Shaila saremmo state più esposte a eventuali soldati o persino mostri. Perciò proseguivamo a rilento, ma non ci eravamo mai fermate. Ciò ci dava un vantaggio enorme.
«Quanto dista Comdor?» chiesi mentre camminavo e mi sistemavo meglio la saccoccia in spalla.
Shaila era più avanti di me e mi faceva strada. Il viaggio con lei era silenzioso e estenuante. Odiavo trascorrere così tanto tempo con lei. Era fastidiosamente seria e io... io avevo bisogno di una distrazione.
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La regina della vita e della morte
FantasyPrimo libro della saga Sanguis Ignis. Disponibile su Amazon in versione cartacea ed EPUB. ⚠️ La storia contiene contenuti espliciti e non adatti a persone sensibili. ------------------------- "E a me, e a lui, andava bene così. Perché in fin dei con...