12.E' quello che vuoi?

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Per l'ora successiva rimasi a distanza di sicurezza dal telefono e da ogni altro dispositivo della casa, chiusi il pc nel ripostiglio e, non so nemmeno il perché, coprii lo smartphone con una ciotola.

Mi sedetti in un angolo del divano e rimasi a fissarlo.

Avrei voluto mettermi in contatto con Jake per capire cosa stesse succedendo, ma avevo davvero troppa paura di avvicinarmi al telefono; quando riuscii a prendere coraggio a sufficienza per fare qualcosa tolsi la ciotola e coprii immediatamente la fotocamera.

Guardai i messaggi e ce n'era giusto uno: Jake mi spiegava brevemente che l'attacco era stato bloccato all'ultimo secondo e che ora potevo stare tranquilla.

Avrei decisamente apprezzato un "come stai?" o qualche parola di incoraggiamento dopo quella dannata giornata!

Decisi di non rispondergli nemmeno.

Mi sedetti sulla poltrona ed accesi un po' la tv, iniziando a fare compulsivamente zapping.

-Sul serio!?- esclamai ad alta voce dal nulla rivolta al telefono, buttato in un angolo inerme- Quindi mi scappa una frase che potevi fraintendere, lo ammetto, e non mi rivolgi più la parola a meno che non mi minaccino? Abbiamo dodici anni?? Bene!- mi girai dando le spalle all'apparecchio e incrociando le braccia - Anzi no, non va bene affatto! Magari posso pensare che ti sia successo qualcosa, ad esempio! E sai cosa mi fa arrabbiare di più? Ho fatto cose che mi hanno messa in pericolo, seriamente, per la TUA Hannah, e per te! Sei un dannato bipolare, nemmeno il tempo di instaurare un mezzo rapporto e ti sei già dileguato. Per cosa? Una frase stupida come quella che ti ho detto??Dio, sei un idiota!-

Mi alzai ed andai a prendere il telefono:

-D'accordo, vuoi essere tranquillizzato? E sia!-

Quella sera Max, Emily e gli altri andavano in un locale dove c'era musica dal vivo: avevo rifiutato l'invito perché sapevo che ci sarebbe stato anche Paul e credevo davvero che fosse troppo presto, ma ero talmente infuriata in quel momento che sarei stata a prova di abbordaggio.

Scrissi loro che, se mi davano mezz'ora, li avrei raggiunti.

Indossai il mio top preferito, il jeans che mi stava da dio, mi infilai gli stivaletti col tacco, giacca ed uscii decisa a divertirmi.

Arrivai al locale e, facendomi strada tra la folla, raggiunsi il gruppetto che stava cantando a squarcia gola una canzone degli U2.

Emily appena mi vide si sbracciò per attirare l'attenzione:

-Ciao!- mi urlò letteralmente per sovrastare la musica- Sono così felice che tu sia venuta, non immagini!-

Le sorrisi.

Salutai tutti ed arrivai a Paul: un grande imbarazzo per entrambi.

-E' bello che tu sia venuta...- mi disse chinandosi a salutarmi con un bacio sulla guancia, questa volta sentivo che non c'era nulla dietro a quel gesto, solo un saluto.

-Sì, sono contenta anche io di essere qui.- risposi sorridendogli sinceramente.

Sentivo che sarebbe andata bene...

Cantammo e ci divertimmo, una vera serata senza pensieri, la testa era leggera ed il cuore anche, come non lo erano entrambi da tempo.

Approfittai della pausa della band e dello "svuotamento" del tavolo per motivi vari, chi doveva andare in bagno, chi ad ordinare altro al bancone, per parlare con Paul.

Mi stropicciai nervosamente le mani per un istante prima di iniziare:

-Ti va di parlare un po'?- gli chiesi.

Duskwood - Hannah is goneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora