53.L'unica opzione

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Jake non poteva crederci.

Fino a poche ore prima, su quella moto, nel piazzale della baita, aveva sentito che qualcosa stava cambiando. Era un impercettibile andare l'una verso l'altro, il sentire che una parte di Diana aveva ceduto al desiderio di provare almeno ad ascoltarlo, ancora una volta, di guardarlo con occhi diversi, con la consapevolezza che non era un mostro, ma solo umano.

Stupido, ma umano.

Poi, in niente, tutto era crollato, come un sasso gettato nell'acqua che tutto confonde, mescola e turba.

Non riusciva a spiegarselo.

Era convinto che il peggio fosse alle spalle, che il suo nemico, l'FBI, ormai non fosse più un problema, aveva barattato i suoi ideali con la sua libertà con loro:  "accomodamento trovato" uguale a "fine dei conflitti".

Mai avrebbe pensato che ce ne fosse ancora uno, insospettabile, accanito, rancoroso verso di lui, a tal punto da fargli tutto quello: e no, non si trattava solo del video, se solo si fosse trattato di quello non si sarebbe preoccupato tanto. Ma fin dove era disposto a spingersi Callmeghost? Quella era la cosa che lo spaventava di più.

Non gli piaceva il suo sguardo, cercava vendetta, voleva abbatterlo.

Anzi, piegarlo, come aveva già detto con la storia di Hannah e del suo presunto legame di sangue con Diana.

Se non si fosse ritenuto abbastanza soddisfatto del risultato, cosa avrebbe fatto?

Cos'era disposto a fare?

Dan e Thomas erano tornati senza essere riusciti a forzare la porta sul retro del locale; Alan non si vedeva; Phill stava arrivando, passando il viaggio verso il locale a parlare con l'operatore del servizio clienti della domotica che aveva installato per capire come scollegare tutto.

Intanto quello psicopatico stava trasmettendo tutto quello che era accaduto quella sera in formato cinquantacinque pollici.

E sapeva che anche Diana probabilmente si era ritrovata a pensare a come comportarsi per evitare di fare precipitare la situazione.

Quel gesto col coltello piantato sul bancone non era stato affatto incoraggiante...

Una mano strinse la sua: era Hannah.

-Jake...- gli disse con lo sguardo di chi vorrebbe urlarti "sono qui per te".

Ma lui si sentiva la faccia e la gola contratta dalla tensione dei nervi, anche il solo voltarsi a guardarla gli era sembrato uno sforzo immane.

Non riusciva a smettere di osservare la situazione dentro a quella maledetta stanza, come se lo staccare lo sguardo da Diana equivalesse a lasciarle andare la mano.

Non poteva fare niente.

Lo uccideva.

***

Ignorai il gesto di Callmeghost di passarmi il bicchiere, sentivo di dover fermare tutta quella cosa assurda che stava mettendo in scena.

E sì, la verità era che ero terrorizzata da quello che mi aspettava.

-Mi spieghi che senso ha?- gli dissi indicando lo schermo, ma più come una scusa per distogliere lo sguardo.

-Ti sto regalando la verità, dovresti mostrare un po' più di gratitudine.- ribattè lui mettendo la registrazione in pausa.

-Magari non mi serve la verità.-

-La verità serve sempre, tesoro.-

-Beh, lascia che decida io.-

-Decideresti tu se non ci fosse un tizio vendicativo che ti tiene sotto tiro bloccata qui dentro.-

Duskwood - Hannah is goneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora