35. Quale chiave?

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Phill versò una tazza di caffè per ognuno dei presenti, io rifiutai, i miei nervi non avevano bisogno di essere ulteriormente scossi.

-Anni fa- iniziò Hannah -mio padre ebbe una conversazione con mia madre, a tarda sera: Lilly sentì alcune cose, ma non me le raccontò fino all'anno scorso. Pareva che avesse scoperto di avere un figlio o una figlia, che non ne aveva certezza, ma che c'era la concreta possibilità che fosse così. Quando Lilly me lo raccontò erano passati molti anni ormai e il suo ricordo di qualcosa captato da sopra la scala di casa in piena notte era davvero vago. Decisi di provare a scoprire di più. In soffitta ci sono un sacco di scartoffie dei miei genitori, addirittura dai loro tempi della scuola! Hanno un problema col buttare via le cose, per loro è tutto un ricordo. Non avevo alcuna informazione, tranne l'anno di nascita, il 1994, e il nome della madre, Madison.-

-La madre di Diana si chiama Madeline.- puntualizzò Max voltandosi verso di me.

-Mia madre... si chiama Madison, ma non lo sopporta, ha la fissa che le sembri maschile e si fa chiamare Madeline, praticamente da sempre. Madeline è il nome della mia bisnonna.- dissi in tono piatto, cercando di mantenere il controllo.

Max rimase senza parole ed Hannah continuò.

-Trovai un suo diario, questa cosa di scrivere diari l'ho presa da lui, era più un "diario di viaggio": la maggior parte delle pagine raccontava di cose fatte con i suoi amici, viaggi, week end e poi, in una pagina ho trovato un modulo che mi ha incuriosito. Era di una banca del seme.-

-Che cosa?- quasi urlò Dan, senza accorgersi del tono di voce che aveva usato -Ehm, scusate.-

-Ma... Ma hai chiesto conferme a tuo padre?- chiese Jessy.

-Glielo abbiamo chiesto solo due mesi fa. Ha confermato, dice che era giovane ed era partita come una bravata sua e dei suoi amici, una scommessa stupida tra ragazzi stupidi: mio nonno, appena lo seppe, andò su tutte le furie! Lo trascinò in clinica, e lo stesso fecero i genitori degli altri, e richiesero immediatamente di distruggere tutti i campioni. Il risultato fu mio padre mandato in accademia militare. Tutto sembrò essersi risolto. Ad ogni modo, l'anno scorso ho fatto qualche indagine: sulla pagina della clinica in cui è andato c'è uno storico con delle statistiche, che indica in quali posti sono stati inviati i campioni conservati da loro nei vari anni. In particolare in quell'anno, fuori dalla provincia sono usciti solo due campioni, uno era destinato a Winnipeg. Un paio di trucchetti che mi aveva insegnato Jake anni prima e sono riuscita a sapere che uno di quei campioni era destinato ad una Madison, Madison Spark. A quel punto ho dovuto per forza credere di essere sulla strada giusta: e se i campioni non fossero mai stati distrutti? Se fossero già stati spediti quando venne fatta richiesta di distruzione? Non avevano avuto prova materiale che fosse avvenuto, se non un modulo che gli avevano fatto firmare per il consenso a procedere.-

Al sentire quel "Madison Spark" credetti di avere un mancamento: quello che aveva pronunciato era davvero il nome di mia madre.

-Ok, ho bisogno di un piccolo time-out.- dissi alzandomi e uscendo dall'Aurora.

Jessy fece per alzarsi e seguirmi ma Max la fermò:

-Meglio se vado io...-

Quando uscì mi trovò appoggiata ad un lampione, come se annaspassi alla ricerca di aria.

-Ehi...! Diana, è tutto ok, ci sarà stato un malinteso... Andiamo, lo sappiamo entrambi che sei figlia dei tuoi genitori!- provò a calmarmi.

-I miei genitori non sono riusciti ad avere figli per sei anni. Sei lunghissimi anni... Avevano iniziato a pensare che qualcosa non andasse. E so che si erano rivolti ad un centro per l'inseminazione.- gli raccontai – Max...che cosa sta succedendo?- mi voltai a guardarlo con gli occhi lucidi e vidi lo smarrimento sul suo viso, alla ricerca delle parole giuste da dire.

Duskwood - Hannah is goneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora