50. Non amarmi

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La verità era che mi dispiaceva per quello che avevo fatto a Jake.

Ma non avevo avuto scelta.

Nessuno sembrava capire, solo si limitavano ad avere le proprie opinioni in merito, a ripetere "ti capisco Diana", ma nessuno provava davvero a mettersi nei miei panni.

Rientrai in casa, dove si era accesa una conversazione tra Max e gli altri sull'argomento Jake: sentii giusto qualche frase e nulla di più, troppo poco per fare una ricostruzione.

Appena mi videro tutti si zittirono: dovevo avere un'espressione davvero dura a giudicare dalle loro facce.

Mi diressi verso Max:

-Ora tocca a te.- gli dissi secca.

-Credo dovresti prendere le tue cose e venire via da qui.- ribattè lui aspro senza dare peso a quello che gli avevo appena detto.

-Di là con me, adesso.- ribadii.

A quel punto non disse nulla ed iniziò a seguirmi.

-Grazie, porta via il tuo surrogato di fidanzato.- disse a denti stretti Lilly, non abbastanza stretti però, visto che tutti sentimmo, per primo Max.

-Ehi, vaffanculo, ok?- le disse rabbioso, prima che lo prendessi per un braccio e lo trascinassi fuori, non senza riservare uno sguardo di fuoco alla sorella di Jake, che non aveva davvero imparato a tacere.

-Avanti, inizia con la predica, ti ascolto.- disse scocciato incrociando le braccia Max.

-Sul serio? Fai l'infastidito? Tu?- risposi decisamente più scocciata.

-Tu più di tutti dovresti essere incazzata infatti! Ti ha tradita? Ma che diavolo!-

-Non può tradirmi chi non sta con me! io...- sbuffai furente -... Torna a casa Max.-

-Se vieni anche tu. In albergo ci sono ancora stanze libere, una sistemazione si trova.-

-No. Torna a casa. Avresti dovuto essere una rete di sicurezza, non un altro problema! A questo punto puoi andare.-

-Quindi, fammi capire: lui si scopa un'altra mentre tu ti danni l'anima per salvarlo, io prendo le tue difese ed il cattivo sono io?-

-Non sei cattivo, sei troppo! Maledizione! Non puoi buttarti in casa di sconosciuti a prendere a pugni qualcuno senza nemmeno sapere cos'è successo nel dettaglio! Possibile che tu non lo capisca?-

Si zittì, ma lo conoscevo, sapevo che non era un silenzio di resa, piuttosto di controllo, per evitare di dire cose di cui poi si sarebbe pentito.

-Sai cosa?- riprese poco dopo -Bene. Fa quello che vuoi. Ricascaci. Fatti prendere in giro un'altra volta dal belloccio di turno. Ricercato dall'FBI, che gran fascino! Non riconosceresti un bravo ragazzo nemmeno se ti si schiantasse addosso!-

-Finiscila di trattarmi come un'idiota!- gli buttai addosso furiosa.

-TI COMPORTI DA IDIOTA!-

-E allora vattene! Lasciami qua con i miei problemi e con le mie scelte idiote! Non ho bisogno di un'altra persona contro la quale combattere, VATTENE!-

-Sei una stronza.-

E fu a quel punto che gli tirai uno schiaffo.

Il silenzio subito dopo tra noi sembrò scendere per cercare disperatamente di ridare un equilibrio a tutto quel caos.

Avevamo esagerato entrambi: mai prima di allora avevamo litigato così, forse solo una volta per Cristopher, ma non eravamo arrivati a quei livelli di rabbia.

Duskwood - Hannah is goneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora