21.Nessuna voce in capitolo

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Personalmente mi sembrava tutto surreale.

Il gruppo si scambiava messaggi su come organizzare lo spostamento alla baita, su cosa portare, chi sarebbe passato a prendere chi, come fare per la spesa, quali giochi portare.

Quali giochi portare!

Praticamente stavano organizzando una gita!

Mi rifiutai di intervenire, me li sarei mangiati a suon di insulti, nessun buon senso! E nessun tatto per Jake, che chissà come stava.

Non si era più fatto sentire dopo i messaggi del giorno prima...

Presi più volte in mano il telefono per scrivergli, ma davvero non sapevo cosa dirgli, né se avesse piacere che lo facessi. Ma sentivo di essere l'unica persona a stare dalla sua parte, era una sensazione assordante.

Non avremmo dovuto stare tutti semplicemente dalla parte di Hannah?

Mentre la mia testa non riusciva a scacciare tutti quei pensieri ricevetti un messaggio da parte di Jessy:

-Ciao Diana, posso disturbarti un istante?-

Scossi la testa e feci spallucce:

-Dimmi...-

-Immagino quello che ti sta passando per la testa...non vorrei che ce l'avessi con noi.-

-Sai cosa? Più volte sono stata additata come quella "poco chiara" in tutta questa storia e poi mi ritrovo ad essere l'unica davvero preoccupata per tutti voi. Quindi sì, faccio fatica a non essere infastidita.-

-Lo so che sei preoccupata, lo so bene! Ma siamo davvero convinti che restare uniti sia una cosa buona, indipendentemente dal luogo...-

-Purtroppo il luogo è fortemente "dipendente"... ma non voglio più parlarne, tanto non cambierebbe nulla qualunque parola io dica.-

-Diana, non dire così... E vorrei che tu potessi venire insieme a noi.-

Non risposi a quel messaggio.

In realtà sarei corsa là, di primo istinto, a schiaffeggiarli uno per uno per vedere se fossero riusciti a tornare in loro stessi; poi per prendere le redini della cosa, dovevo ammetterlo, non riuscivo a non pensare che l'unica persona di cui potevo fidarmi davvero ero io.

Mi cambiai, indossai le mie scarpe da running, le cuffie ed uscii di casa spedita per una corsa, dovevo sfogare quella rabbia buttando tutta quell'energia da qualche parte, visto che l'unica alternativa valida era sulle loro facce.

Corsi quasi a perdifiato, volevo soffocare quei pensieri, martellanti da giorni, ricordo di aver sfiorato gente e arbusti senza mai cedere niente, mai un passo in meno, mai rallentando, quasi come se scappassi da loro, con "Ignorance" dei Paramore che strillava ed annullava ogni altro rumore attorno a me. Ma arrivata in cima alla mia solita collina, con la gola arsa dallo sforzo ed i polmoni che chiedevano disperatamente più aria, il problema non era scomparso.

Eppure capii che non sarei dovuta andare a Duskwood: era esattamente quello che stavano facendo gli altri, si stavano mettendo in pericolo scientemente, deliberatamente.

Era la stessa situazione, la stessa cosa che di cui aveva sempre parlato Jake.

Almeno io ero riuscita a capirlo in tempo...

Ripresi in mano il telefono e risposi a quel messaggio lasciato in sospeso cinque chilometri prima circa:

-Non possiamo saltare tutti nella tana del lupo: se dovesse finire male qualcuno dovrà raccogliere i pezzi, potrà essere rude, non piacere, ma la realtà è questa. Mi spiace, sarei voluta venire sul serio, ma mi rendo conto che così è davvero troppo da irresponsabile. E almeno uno di noi deve restare al fianco di Jake... Capisco anche che Lilly non possa scegliere uno dei suoi fratelli, come potrebbe? Ma io posso. Almeno geolocalizzatevi e inviateci la posizione, così come ogni volta che vi spostate, ognuno di voi. Non è molto, ma è pur sempre qualcosa...-

Duskwood - Hannah is goneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora