55. L'inferno di Jake

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Mi ripulii da quello che rimaneva delle ultime lacrime con il palmo della mia mano destra: non era più tempo di piangere. La mia concentrazione doveva essere al massimo, perchè avrei dovuto trovare il momento giusto, quel microscopico lasso di tempo utile in cui, la sua distrazione, sarebbe diventata la mia chance.

La mia chance di colpire.

Probabilmente ne avrei avuta una sola: se lo avessi mancato, se non avessi centrato il mio bersaglio, sarei diventata il suo.

E lui aveva un'arma da fuoco, non avrei avuto scampo.

Raddrizzai la schiena e spinsi indietro le spalle, mentre gli spigoli del taser premevano contro il fondo della mia spina dorsale.

Iniziai a muovermi verso Callmeghost, trascinando malamente da una cinghia il mio zainetto ed andando a sbattere, di proposito, contro una delle sedie e facendola rovinare a terra: era la mia occasione per dare lo start al taser e farlo caricare.

-Fai attenzione! So che sei scossa... Vedrai, finirà in un batter d'occhio.- mi disse l'uomo nella stanza con me, riservandomi uno sguardo annoiato.

Per un attimo mi venne da soffocare un sorriso divertito alla frase "sei scossa", era un buon gioco di parole col taser che avevo infilato nei pantaloni, pensai.

Ma non c'era da ridere.

-E ora che si fa?- gli chiesi -Usciamo dal retro così, come se nulla fosse? Credi davvero che non ci seguiranno?-

-Ho preparato ogni cosa, non preoccuparti.- guardò l'orologio – C'è un'auto parcheggiata qui fuori ed un gran numero di trucchetti con i quali impedirgli di seguirci. Hai idea della quantità di elettronica presente sui mezzi al giorno d'oggi? Ovviamente ho studiato ogni tipologia di auto in forza al dipartimento di polizia di Duskwood, ho piazzato dei ripetitori qui fuori e, con un mio segnale, succederà quello che è accaduto a quella porta: chiusura delle portiere e centraline disabilitate. Quindi... a meno che non vogliano rincorrerci a piedi...-

-Gli basterà chiamare i rinforzi...-

-Certo, purchè non si avvicinino a noi nel raggio di un chilometro: sulla mia auto c'è un ripetitore molto potente, li bloccherebbe comunque. In pratica, le loro auto singhiozzerebbero un po' e si spegnerebbero, lasciandoli lì dove si trovano.-

-E non credi che potrebbero fare intervenire l'FBI a quel punto? In fondo sei di loro competenza... E loro usano le maniere forti.-

-Tipo cosa? Elicotteri? Il mio sistema funziona anche con loro, ma potrebbe essere un problema in quel caso. Per chi ci sta sopra intendo. Ovviamente non è affar mio.-

Sembrava avere tutto sotto controllo ed avere organizzato tutto nei minimi dettagli.

Maledizione.

Se ne stava lì a fissarmi compiaciuto nel suo trionfo, nel suo avere il coltello dalla parte del manico.

Gli avrei strappato quel sorrisetto soddisfatto e maligno a suon di ceffoni!

-Dai, non puoi essere sorpresa, ormai avrai capito come sono...- mi disse giocherellando con le chiavi dell'auto.

-Sono molte cose... disgustata in primis.- ribattei gelida.

-Beh, consiglio per il futuro: non sottovalutarmi.- aggiunse facendomi cenno di seguirlo mentre si voltava verso l'ingresso secondario -Non sopporto chi lo fa.-

E fu l'ultima cosa che riuscì a dire.

Non capì cosa gli stesse accadendo: il suo corpo si contrasse sotto gli impulsi elettrici trasmessi dagli elettrodi che gli si erano conficcati su un lato della schiena.

Duskwood - Hannah is goneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora