Nathan aprì gli occhi: si era addormentato su quella sedia a notte fonda, di un sonno intermittente, preoccupato che Jake avesse bisogno di qualcosa e che non fosse pronto ad aiutarlo. Aveva la schiena indolenzita dalla posizione che aveva assunto e nemmeno stiracchiarsi sembrava dargli sollievo. Si alzò e si voltò verso il letto: vuoto.
Gli prese il panico.
Dov'era finito?
Non fece in tempo a capire cosa fare che la porta del bagno si aprì: Jake ne uscì con in dosso abiti puliti, portati la sera prima da Hannah e Thomas.
-Ah, eccoti.- si ricompose Nathan, in piedi davanti a lui -Come ti senti?-
Lui non gli rispose immediatamente, andò a mettere nello zainetto i vestiti usati, forse in imbarazzo, forse senza sapere semplicemente cosa dirgli.
-Va meglio.- gli disse in fine quando ormai Nathan non credeva gli avrebbe più risposto.
-Bene... Anzi, benissimo!- gli rispose il padre -Dobbiamo sentire il medico per le dimissioni.-
-Credo arriverà tra poco, è passata l'infermiera mezz'ora fa a dirmi di prepararmi.-
-Bene.- ripetè.
Un inevitabile silenzio cadde tra i due, legati dal sangue ma da null'altro.
Da una parte c'era Jake, che non riusciva a farsi un'opinione sul comportamento del padre che nel corso degli anni aveva capito, capito che aveva un figlio da qualche parte, ma non aveva indagato oltre, come se fosse stato più facile ignorarne l'esistenza; dall'altra Nathan, con i suoi sensi di colpa, verso quel ragazzo che gli somigliava così tanto, che aveva patito le peggiori sofferenze e che, in punta di piedi, si era avvicinato alle sue sorelle, alla ricerca di un po' si contatto umano. Non riusciva a perdonarsi di non aver fatto la cosa giusta quando doveva ma sperava di essere ancora in tempo.
-Eccoti qui, siamo riusciti a rimetterti in piedi.- una voce sulla porta spezzò il clima che si era creato -Allora, come ti senti oggi?- gli domandò il medico porgendogli una cartellina.
-Direi decisamente meglio.- rispose Jake.
-Ottimo. Qui dentro hai il referto medico, la nuova terapia e il foglio di dimissioni. Ah, ho bisogno di chiederti solo una cosa: tua sorella ci ha dato il tuo nome e cognome ma, dai tuoi documenti, risulta anche un secondo nome, ti abbiamo inserito così, è corretto?-
Il ragazzo diede un'occhiata ai documenti ed annuì.
-Quindi mi confermi che ti chiami Jake Nathan, bene, ti ringrazio.-
E non ebbe il coraggio di girarsi verso il padre, che se ne stava lì a metà tra il mortificato e il commosso: Madison gli aveva messo il suo nome, non sapeva se come monito o come regalo.
Il medico li congedò e Jake fece per prendere il telefono e cercare il numero della società di taxi ma, quando Nathan se ne accorse, lo fermò:
-Te lo do io un passaggio! Cioè, sempre che per te vada bene, è chiaro.- iniziò visibilmente in difficoltà -Contavo di darti uno strappo alla baita, tanto ho l'auto parcheggiata qui sotto.-
L'idea di stare in auto con Nathan non lo entusiasmava.
La verità era che non sapeva cosa dirgli, ecco cosa. Non voleva ritrovarsi ad affrontare discorsi profondi tra mancati padre e figlio, non gli interessava.
Non per il momento almeno.
Continuava a credere che la scelta del taxi fosse la migliore... ma l'espressione di Nathan, quel quasi implorarlo di concedergli quella piccola e insignificante cosa, non gli faceva comporre il numero sul telefono.
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Duskwood - Hannah is gone
FanfictionHannah è scomparsa. Già, ma chi è Hannah? All'improvviso sei stata catapultata in qualcosa che non ti appartiene, nelle vite di sconosciuti. Sei davvero la chiave per risolvere l'enigma? Sei disposta a metterti in gioco? Di chi ti puoi fidare verame...