63. Nessuna fine lo è davvero

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Erano almeno cinque minuti buoni che cercavo disperatamente di alzare quella maledetta zip dell'abito.

Odiavo gli abiti con la zip sul retro, perchè mai mi era venuto in mente di comprarne uno?!

Sbuffai sonoramente e decisi di finire con il resto, avrei chiuso quel dannato abito dopo, quando suonò il telefono:

-Buongiorno!- esclamai entusiasta.

-Non è un buon giorno affatto!- fu la risposta dall'altro capo del telefono -E' uno schifo!-

-Ma...cosa succede?-

-Avevo chiesto una sola cosa, una sola maledettissima cosa: il bouquet con le rose rosse. COSA NON E' CHIARO DI BOUQUET CON LE ROSE ROSSE?-

-Cosa? Ma eravamo stati chiari, e lo avevano anche confermato ieri!-

-Esatto e invece sai cos'ho in mano? Uno stramaledetto bouquet di rose rosa! COSA ME NE FACCIO?-

In realtà, Emily, non aveva chiesto "una sola cosa", ma ben di più e in tutti i settori.

Dalle decorazioni al tovagliato, dal cibo alla torta, dall'acconciatura all' abito, passando per tableau mariage e fiori.

Per ogni singola cosa aveva richiesto variabili, aggiunte e modifiche rispetto agli standard.

Sapevo dall'inizio che il suo matrimonio sarebbe stato il delirio più totale! Mi consolava solo il non essere sua damigella d'onore: sapevo che, le prescelte, non se la sarebbero passata bene, e non mi sbagliavo. Mi raccontarono dei loro tour infiniti per boutique, per le richieste di provare, dello stesso modello, tra le cinque e le otto nuance diverse, e dell'ora persa a decidere se fosse meglio la tonalità di un mezzo tono più chiaro o più scuro.

Non avrei mai smesso di ringraziare Max per avermi "bloccata" come sua testimone giorni prima della richiesta di matrimonio...

La sua unica indicazione fu: "non puoi venire in jeans. Renditi presentabile."

Ragionevole.

Ma ora c'era una crisi in atto e, dall'altra parte del telefono, una Emily in iperventilazione, spergiurava che si sarebbe fatta venire un infarto se fosse andato ancora storto qualcosa.

-Ok, calmati. Fammi pensare... Beh, le decorazioni fuori da casa tua! Hanno le rose rosse?- le chiesi.

-Sì. Aspetta. Vuoi che entri in chiesa con un vaso in mano?- sproloquiò Emily.

-Ma...ti sembra??? Ovviamente no! Però potremmo smontarle da lì e inserirle nel bouquet.-

-Verrà una schifezza! E non posso entrare in chiesa con i fiori della decorazione del...-

-Sono fiori, Emily! Credi che qualcuno se ne accorgerebbe? Guarderanno tutti te, non cosa reggi in mano!- la interruppi, mentre cercavo di agganciarmi, con pessimi risultati, un braccialetto.

Infastidita dal non riuscirci posai il telefono e lo misi in vivavoce.

-Ahh, dovevano esserci per forza degli intoppi?- si lamentò ancora teatrale la sposa.

Alzai gli occhi al cielo e, prima di riuscire a rispondere, sentii la zip del mio abito salire fino a chiuderlo, poi prendermi il polso e agganciare il braccialetto.

-Che succede?- mi chiese Jake, nel suo abito scuro, colletto della camicia aperto e cravatta buttata su una spalla.

-Sei in vivavoce...- gli dissi facendo cenno al telefono sul mobile.

-Jake! E' successo un casino. Ecco cosa.- disse svelta Emily.

-Ciao. Un casino quanto grande?- le chiese, mentre io gli facevo segno di "molto piccolo" con le dita.

Duskwood - Hannah is goneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora