55- Troppe cose strane

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3 mesi dopo...

Pov's Ares
Guardo le nuvole attraverso il finestrino del jet privato.

Il cielo ha mille sfumature dal celeste all'arancione.

Il sole sta per tramontare ed io tra dieci minuti atterrerò nell'aeroporto di Barcellona.

Porto una mano sotto al mento accarezzandomi la leggera barba sul mio volto e pensando ad Angelica.

L'infermiera di Astreya che non vedo da mesi.

Quel giorno l'ho presa con crudeltà sul letto rotto in quello sudicio sgabuzzino.

Odio me stesso per quello che le ho fatto.

Quando ho visto il sangue della sua verginità sulle mia mano mi sono sentito una merda.

Dovevo fermarmi, dovevo chiederle se voleva farlo e se le stavo facendo male eppure non ho fatto niente di tutto ciò.

Se potessi ritornare indietro nel tempo non la sfiorerei nemmeno con un dito.

Da quel giorno è scomparsa nel nulla...

Quando Astreya uscì dall'ospedale lei già non c'era più.

Un mese dopo, ritornai in ospedale con una scusa ma di lei neanche l'ombra.

Chiesi di lei ad altri infermieri ma nessuno sapeva niente.

Non so dove sia ma spero solo che stia bene.

Aveva un viso angelico e dolce, leggevo nei suoi occhi tanto amore.

Lei poteva amarmi veramente, le è bastato uno sguardo per infatuarsi di me nonostante sapesse cosa ero e cosa avessi fatto a mia sorella.

Lei è diversa, non è come le altre.

《Il suo whisky, signore》
L'hostess, la cugina di Massimo, appoggia il bicchiere di whisky sul tavolino davanti a me sorridendomi.

Afferro il bicchiere e lo porto alla bocca rilassandomi contro il sedile in pelle.

Sono sul jet privato di Massimo perché quello di mio padre è stato manomesso.

Massimo e mia sorella si sono sposati tre mesi fa, una settimana prima di Chiara e Andreas.

Resterò da loro per qualche giorno poi ritornerò in Italia perché ultimamente succedono troppe cose strane.

Una di queste cose è il nostro jet manomesso prima della mia partenza.

Fortunatamente prima di partire l'ho fatto controllare da alcuni miei uomini, se non lo avessi fatto a quest'ora ero morto.

Alzo lo sguardo incriciando quello dell'hostess dai capelli rossi che mi fissa mordendosi il labbro.

È seduta su una poltrona e si alza la gonna che fascia perfettamente il suo culo sodo.

Sento il membro indurirsi nei miei pantaloni quando allarga le gambe mostrandomi la sua intimità nuda.

Non ha le mutandine.

Questa troia voleva scoparmi già mesi fa ma purtroppo c'era tutta la mia famiglia con me.

Adesso con me c'è solo la mia guardia del corpo, un uomo settantenne che sta dormendo da quando siamo partiti.

Porto una mano sulla patta dei miei pantaloni e la tocco facendole percepire visivamente la mia erezione.

Lei si sbottona la camicia mostrando il suo seno stretto in un reggiseno nero di pizzo.

Poso il bicchiere sul tavolino alzandomi ed incitandola con lo sguardo a seguirmi in bagno.

Non sono un tipo paziente, odio le provocazioni, voglio tutto e subito.

𝑻𝒉𝒆 𝒘𝒐𝒓𝒍𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒇𝒊𝒂 𝟐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora