30- Ho le farfalle nello stomaco

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Pov's Astreya
È seduto su una poltrona a gambe divaricate, sorseggia del whisky mentre una ragazza bionda coperta solo da un misero intimo nero si avvicina a lui.

Gli porge un vassoio con sopra delle strisce di cocaina e una banconota da cento arrotolata.

Lui posa il bicchiere su un tavolino e prende la banconota avvicinandola al naso.

Tira su per le narici due strisce di quello schifo.

La ragazza posa il vassoio accanto al bicchiere di whisky e si inginocchia tra le sue gambe.

Sbottona i suoi jeans e tira fuori il suo membro maneggiandolo con foga.

《Succhia puttana》
Dice lui gettando la testa all'indietro mentre lei accoglie in bocca la sua lunghezza.

Lo stomaco mi si stringe guardando quella scena alquanto vomitevole.

Gli altri uomini compreso Andreas, bevono, fumano e si drogano con altre ragazze addosso.

Sento il mio cuore spezzarsi lentamente a metà.

Lui gode con la prestazione della bionda tra le sue gambe dove pochi giorni prima c'ero io.

Non godeva così con me perché non lo so fare e questo mi umilia maggiormente.

Ritorno in camera mia singhiozzando per la delusione, la rabbia e il dolore che sto provando.

Chiudo la porta della mia camera scivolando contro essa.

Mi chiudo a riccio poggiando la testa sulle mie ginocchia.

Piango per tanto tempo, forse per tutta la notte.

Penso a quanto sono stata stupida ad infatuarmi di un uomo del genere.

Sono stata stupida a non aver ascoltato mio fratello che fin dall'inizio mi aveva avvisato.

Sono stata stupida ad abbandonarmi alle sue avance sessuali.

Mi sono abbandonata alla irrefrenabile voglia carnale che avevo di lui peccando irreparabilmente.

Dopo qualche ora chiudo gli occhi per la stanchezza ma purtroppo i primi raggi del sole mi costringono a riaprirli.

Mi alzo da quella posizione tanto scomoda quanto sicura.

La testa mi gira e mi fa male forse perché ho pianto ore senza sosta.

Raccolgo tutte le mie cose lentamente buttandole nella valigia, mi vesto ed afferro quest'ultima.

Non voglio rimanere un minuto in più in questa casa.

Apro la porta trascinando la valigia fuori dalla stanza.

Sbatto la porta e cammino lungo il corridoio fino alle scale.

Con una forza che non sapevo di avere sollevo la valigia piena di cose e scendo le scale.

《Buongiorno tesoro》
《Mamma dobbiamo andarcene! Subito!》
《Tesoro ma che succede?》
Dice mia mamma posando un vassoio di cornetti sul tavolo.

《Non voglio rimanere nemmeno un minuto in più in questa casa!》
《Perché Astreya?》
Dice Paola avvicinandosi a me mentre il mio corpo inizia a tremare e il mio respiro a diventare sempre più corto.

《Io non sposerò mai suo figlio!》
Grido mentre dalle scale scendono mio padre, mio fratello, il padre di Massimo e lui.

《Niña, cos'hai?!》
Dice Massimo avvicinandosi a me con gli occhi rossi e stanchi.

Lo guardo nelle sue iridi scure mentre lui mi prende la mano con delicatezza.

《Stammi lontano!》
Dico dandogli con una mano un potente schiaffo sulla guancia e con l'altra colpisco il suo petto.

𝑻𝒉𝒆 𝒘𝒐𝒓𝒍𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒇𝒊𝒂 𝟐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora