Non volevo rientrare in casa, stranamente volevo stare ancora con lui e anche se da quando ha parcheggiato a quando mi ha effettivamente lasciato andare è passato non so quanto tempo.
Siamo rimasti sulla moto a divorarci a vicenda con i baci, peggio di due adolescenti porca miseria, il che è ridicolo, poi controvoglia sono entrata dentro.
Mi ha fatto tenere il casco, mi ha chiesto di portarlo sempre con me, ho accettato con le guance arrossate e un po' di stupore per questa sua richiesta.
Tutta scombussolata ma sorprendentemente libera dai pensieri mi sono lavata e poi messa a letto, osservando il casco sulla scrivania fino ad addormentarmi profondamente.
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Sono in Accademia da qualche ora e ci stiamo concentrando sulla coreografia extra della signora Smith ma non ci convince nulla.
Will ha preparato la traccia subito così da poter lavorarci sopra.
È un mix particolare che emana energie calde e fredde, un intreccio unico che ricorda tanto il dolore grazie alla voce graffiante Jessie Reyez
e la combinazione della voce poi dolce e melodica d'inverno Dean Lewis, ma non riusciamo a trovare i passi giusti per le emozioni da rappresentare.
Siamo abbastanza stanchi, infatti, ci sediamo a terra poggiati al muro-è dannatamente difficile cazzo-
si lamenta per l'ennesima volta Will grattandosi la testa, lo ascolto mentre bevo un po' di acqua dalla bottiglietta
-è questo l'obiettivo dei giudici vedere chi è in grado di superare tutto-
concordo con lui che sia difficile anzi difficilissimo ma dobbiamo farcela.
Will mentre sbuffa esasperato mi dice
-ma il dolore è difficile da rappresentare per me, ho provato i tipici dolori di quando ti fai male ma non un dolore profondo come quello che dovremmo rappresentare-
ammette amareggiato guardandomi e mi fa piacere che lui non abbia provato determinate sofferenze ma da una parte lo invidio anche.
È sempre solare e allegro con tutti, si offre di aiutare chiunque e fa amicizia anche con le pietre e le persone lo adorano per il suo sorriso. Devo dire che sto iniziando ad apprezzarlo molto e anche ad essere più tranquilla nel parlare con lui senza avere paura di quello che dico e forse per questo le parole mi escono da sole
-il dolore è come un buco nero profondo e oscuro, che ti attrae a sé per trascinarti nelle tenebre con catene che ti stringono in una morsa talmente forte che ti leva il respiro, ti schiaccia e ti sembra di non avere via di scampo perché lui si nutre delle tue paure, delle tue ansie e insicurezze, si nutre di te fino a non lasciare l'ombra di quello che eri-
parlo senza guardarlo in volto fissando il vuoto davanti a me
-e come si fa a uscire dal buco nero? -
Mi chiede soltanto e lo sorrido debolmente per ringraziarlo mentre giro il volto verso di lui
-è difficile, impossibile alle volte ma...-
ammetto chiudendo gli occhi poggiando la testa contro la parete alle mie spalle e le braccia sulle ginocchia, sentendo la morsa del dolore e dei ricordi incombere su di me, stringo la bottiglia tra le mani forte, per controllare il mostro che mi si avviluppa come un serpente intorno
-ma? -
mi chiede Will che si è avvicinato a me riportandomi alla realtà
-ma alle volte succede che delle piccole luci, come delle lucciole riescono a tenerti a galla e ti aiutano, guidandoti per non perdere il tuo punto di riferimento. Però quel mare di oscurità non è dovuto a te, perché tu non sei un errore, non sei sbagliata, tu sei giusta così come sei e grazie a quelle lucciole a volte si raggiunge la meta che punta dritto fino la tua stella polare, anche se non sempre la strada è limpida, ma non è neanche detto che fuori dal buco nero, alla fine, la tua stella la ritrovi-
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Trust me
RomansaPossono due persone essere uguali ma allo stesso tempo diverse? Possono due persone passare dal essere la figura su cui fare affidamento ad odiarsi nel giro di poco tempo? E poi? Rechael O'Connor ha ormai 22 anni, studia per diventare una ballerina...