CAPITOLO 12

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Non so per quanto tempo ho camminato e non so neanche dove sto andando, dovevo solo allontanarmi da quel posto perché la paura e il terrore mi hanno investito come una valanga tanto da non farmi più capire nulla o respirare, quell'uomo che ci faceva li? perché si sta mettendo in mezzo in questa storia?

Avevano detto che non sarebbe più uscito di galera, mai più e sento il petto come schiacciato in una morsa, tutta la merda del passato mi torna in mente e non deve accadere di nuovo.

Mi stringo le braccia attorno al busto per fermare i tremori e cerco di fare respiri profondi, mi guardo attorno per orientarmi, sono al Millennium Park di Chicago, quanto ho camminato per arrivare qui? faccio qualche passo verso l'enorme sfera di acciaio inossidabile del Cloud gate che si trova al centro e guardo il mio riflesso, ho lasciato il gala con solo indosso il vestito da scena e non è stata una buona idea, mi stringo maggiormente nelle braccia per coprirmi e calmarmi, è notte fonda e non gira quasi nessuno se non qualche parsona.

So che dovrei tornare indietro, Will sarà preoccupato, gli avevo detto che andavo in camerino e tornavo ma avevo bisogno di andarmene e so che mi starà cercando ma non voglio andare li né voglio andare a casa, anche perché è troppo lontana e dovrei passare per quartieri che è meglio evitare anche di giorno e non posso neanche andare in accademia a quest'ora è chiusa.

Mi mordo il labbro frustrata, non posso reagire così, porca miseria sono adulta ormai, non accadranno le stesse cose di quando ero bambina, mi sono ripromessa di non farmi più spaventare e ora cosa faccio? appena li sento nominare scappo? sono veramente ridicola.

Passo la mano sul mio volto e butto fuori l'aria tremando ancora e decido di avviarmi verso il gala perché è la cosa corretta da fare, cammino lentamente sentendo sempre di più il macigno del terrore sulla mia testa e osservo intorno a me tenendomi a debita distanza dalle persone che mi guardano incuriositi o attratti dal mio abito, mi maledico nuovamente.

Mentre cammino passo vicino ad un bar dove ci sono degli uomini intenti a bere e l'odore di alcool mi arriva addosso facendomi gelare sul posto, uno di loro si accorge di me e il sorriso che mette su mi fa rizzare i peli mentre con i suoi occhi mi guarda dalla testa ai piedi passandosi la mano sulle labbra per pulirsi dall'alcool, cammino più possibile verso il ciglio della strada per star lontano da loro

-ehi bellezza ti sei persa?-

mi domanda l'uomo con tono divertito e un pò alticcio avvicinandosi, faccio finta di non sentirlo e accellero il passo ma quest'ultimo è più veloce e mi blocca il passaggio

-ti sei persa allora dolcezza? possiamo darti una mano-

ripete divertito, lo guardo male nascondendo la paura che sento addosso

-no grazie-

dico cercando di superarlo ma mi si para davanti e sento gli altri due alle mie spalle muoversi, mi sposto verso il ciglio della strada se serve a tenerli lontano da me sono disposta anche a lanciarmi in mezzo alla corsia e li vedo che divertiti mi vengono incontro

-dai dolcezza, non mordiamo mica sai?-

ridono tutti e tre in modo meschino e viscido da farmi ancora più ribrezzo per questo faccio un passo indietro scendendo dal marciapiede e li vedo che si muovono come per accerchiarmi

-torna qua dolcezza la strada è pericolosa-

mi dice l'altro uomo venendomi incontro, do una rapida occhiata intorno a me per cercare aiuto ma la via è deserta e sono tutti nei locali a bere e divertirsi, per cui dovrò cavarmela da sola, mi muovo per andare più lontano possibile da loro o pronta a difendermi con calci se serve

-non avvicinatevi-

Dico con il tono più tagliente che possiedo e li vedo ridere più forte, ora sono due ai miei lati e l'altro di fronte a me e uno di loro lo vedo che sembra ancora più divertito dalla mia reazione

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