CAPITOLO 48

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Dopo l'incontro con la polizia, Douglas ci ha chiesto di andare nel suo ufficio per studiare bene la strategia legale da seguire. Anche se controvoglia, visto che io e Alex avevamo altri programmi per questa mattina, lo abbiamo seguito perché questo è più importante di tutto il resto al momento.

Mentre siamo nel mezzo del discorso la segretaria di Douglas, la signora Thompson, ci comunica che al telefono c'è l'avvocato Moore.

Io ed Alex ci guardiamo, Douglas ringrazia la sua segreteria prima di farci segno di stare in silenzio e poi risponde al telefono dell'ufficio mettendo il viva voce

-Salve Moore, a cosa devo il piacere di una tua telefonata? -

"Salve Douglas, finalmente la tua assistita si è degnata di andare a deporre in centrale"

faccio una smorfia, sapevo che lo avrebbero avvisato ma non credevo così presto. Osservo Alex che ha il volto poggiato sulle mani, con lo sguardo che si fa più freddo e cupo sentendo la voce del padre e senza pensarci due volte gli prendo la mano intrecciando le dita forte tra le mie, lui ricambia e gira gli occhi su di me

-sì, ma non ha deposto come tu speravi a favore del tuo assistito-

"non che mi aspettassi diversamente, ma forse dovresti farle capire che continuare una relazione con un soggetto violento come quel ragazzo, visto il suo passato e quello che le è successo, non è molto consigliato"

Guardo male il telefono e aumento la presa su Alex che resta impassibile, certo che suo padre un modo per screditarlo e umiliarlo lo trova sempre. Doug fa una risata senza allegria e risponde

-quel soggetto violento è tuo figlio Moore e se la mia assistita è ancora viva lo deve a lui, non di certo alla polizia, che faresti bene a smettere di incalzare contro di lui, ormai la deposizione è stata fatta e ci vedremo in tribunale così da finirla con questa storia e li lascerete in pace.
Però Moore non credo tu mi abbia chiamato per questo quindi arriva al punto e non farmi perdere altro tempo-

"il solito vecchio impaziente"

dice con tono di scherno più che di divertimento e la voglia di rompergli il telefono in faccia dopo avergli detto tutto quello che penso su di lui cresce sempre di più dentro di me

"ma hai ragione ti ho chiamato perché voglio avere un incontro con la tua assistita nonché testimone, non puoi nasconderla né negarmi questo diritto, lo sai bene"

mi immobilizzo sulla poltrona, cosa che percepisco fa anche Alex, mi tira di più verso di sé anche se siamo su sedie diverse.

Douglas ci guarda e poi sospira amaramente, perché so che quello che gli ha chiesto non può negarlo, per rassicurare entrambi che posso farlo senza problemi accarezzo la mano di Alex e guardo con fermezza Doug annuendo e anche fa una smorfia contrariato annuisce

-so bene che non posso negarti tale diritto, ma non le parlerai senza la mia presenza-

"Ah-ah lo sai perfettamente che devo interrogare la testimone da solo, la legge è chiara su questo"

Sento la tensione di Alex accanto a me crescere e mi alzo andando a mettermi in piedi alle sue spalle avvolgendogli le braccia attorno il collo e facendogli poggiare la testa contro il mio seno, accarezzandolo sui pettorali per rassicurarlo che andrà tutto bene.

Doug ci guarda ancora e poi anche se contrariato dice

-non più di una ventina di minuti e le domande che gli farai voglio esaminarle, non ti permetto di turbarla con i tuoi giochetti manipolatori-

"Credi che potrei fare una cosa del genere a mia nuora?"

-se lo credo Moore? Ne sono certo, visto come hai definito tuo figlio-

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