CAPITOLO 30

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ALEX POV

Dopo essere tornati dal carcere avevamo molte cose da sistemare. Il fatto che quel testa di cazzo di mio padre ci ha messo sotto controllo non mi piace per nulla, mi manda in bestia!

Non le si deve avvicinare, già l'ha fatto al gala e sono certo che faceva parte del suo piano malsano di seminare sofferenza perché lui non partecipa a quel tipo di eventi dalla morte di mia madre.

Già quella volta ha rischiato che gli rompessi l'osso del collo, se non fosse stato per le sue guardie del corpo o meglio i suoi scagnozzi per come li vedo io, me lo sarei finalmente levato dalle palle!

Quando si tratta della mia Racheal, la mia indifferenza, la mia freddezza vanno a farsi fottere.

Voglio che sia al sicuro e lontana da tutta la merda che già ha subito fin troppo, non la voglio in pericolo, non sono riuscito a farlo da bambino e me lo ha impedito per anni quel bastardo che dovrei chiamare papà, ma ora che sono tornato, al costo di finire in carcere, farò qualsiasi cosa purché lei sia al sicuro.

Dopo sto schifo di giornata siamo andati a casa mia, nessuno dei due voleva lasciare l'altro, volevamo sentirci, volevamo unirci e dimostrare l'un l'altro che ci siamo.

Quella ragazza mi ha fottuto dal primo momento che ci siamo visti, come ci siamo fottuti per tutto il tempo che siamo stati qui.
Lo abbiamo fatto prima contro il muro, poi in doccia e in fine nel mio letto.

È come una droga che dà assuefazione, più ne prendo e più ne voglio, la voglio in tutti i modi possibili.

Sentire il suo sapore e godere di lei e con lei mi dà una scarica di endorfine che mi manda in pappa il cervello e risveglia ogni mia fibra andando dritta al mio cazzo, vederla sorridere o ridere come quando eravamo bambini mi fa sentire bene, talmente bene che il mostro di rabbia e dolore si addormenta permettendomi di respirare.

Ora nel letto a notte fonda con lei che dorme nuda contro il mio petto, mi sembra di galleggiare nell'etere più tranquillo.

Le passo lentamente le dita tra i capelli rossi, amo il suo rosso naturale, le sfumature che vanno dall'ambra al fuoco, come quello che le scorre nelle vene soprattutto quando si lascia andare con me.

Le sfioro piano la schiena e nel farlo le accarezzo piano le cicatrici che gliela ricoprono.

La voglia di andare da quel bastardo e spaccargli la faccia torna a scorrere dentro di me, come un veleno che mi annebbia la mente.

Ricordo ogni volta che ci vedevamo da bambini e lei fingeva che non le faceva male o che non era nulla, la sua espressione spaventata, dolorante e vuota quando si rifugiava con me al parco o al molo, la sua espressione il giorno che me le ha mostrate nel modo più intimo facendomi capire che si fidava di me, solo di me, i suoi occhi pieni di timore per un rifiuto da parte mia sono uno strazio per la mia anima già tormentata che trova quiete solo con lei.

Quanto si è spogliata di ogni armatura, mi ha fatto sentire importante per la prima volta nella mia vita, è stato travolgente, quel momento era estasi pura.

Ogni centimetro del suo corpo mi ha catturato, così candito e ricoperto solo di lentiggini che mi mandano fuori di testa e le sue forme sode e slanciate per tutti gli allenamenti a cui si sottopone la rendono perfetta, era già bella da piccola ma ora è veramente una fata, delicata e forte allo stesso tempo.

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