CAPITOLO 29

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Alla fine, ho deciso di andare da Jacob, per questo ora siamo io e Alex in macchina davanti al carcere mentre provo a trovare il coraggio per scendere e andare da Douglas che ci aspetta sull'ingresso.

Prendo dei profondi respiri e tengo la mano di Alex talmente forte che credo di avergli bloccato la circolazione del sangue ma lui non si lamenta anzi me la stringe con altrettanta forza

-se non te la senti andiamo via-

Scuoto la testa varie volte per poi guardare lui

-no, devo farlo, voglio sapere e capire, devo fargli vedere che io sono viva e sto bene dopo tutto quello che mi ha fatto per cui andiamo-

La mia voce esce un po' tremolante ma meno flebile di quanto avrei creduto. Alex mi guarda e mi avvolge un braccio attorno le spalle baciandomi leggero e veloce per sostenermi, mettendo su il suo sorrisetto beffardo ma rassicurante che mi tranquillizza almeno un po' in questo momento

-andiamo a fargli vedere chi sei little fairy-

Mi stringo a lui qualche minuto beandomi e assorbendo il suo profumo, il suo calore mi avvolge infondendomi la giusta forza per affrontare tutto, prima di scogliere la presa e guardarlo con decisione

-andiamo-

lo vedo annuire e poi insieme scendiamo dall'auto.

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Sono seduta davanti al mio mostro in una sala cupa illuminata solo dalle lampade al neon, lui è ammanettato piedi e mani, così che non possa avvicinarsi in alcun modo a me. Mi guarda come se davanti a lui ci fosse un animale da macello.

Ogni fibra del mio corpo mi urla di voltarmi e correre via, sento che il serpente del terrore e dell'odio mi sta stritolando sempre di più nella sua morsa, anche se alle mie spalle ci sono due agenti che controllano la situazione, io continuo a sentirmi come un topo in trappola e avrei voluto che Alex potesse entrare, ma le condizioni erano io e lui da soli.

Per cui Alex è fuori la porta con Doug e questo mi fa sentire ancora di più in balia delle mie emozioni e dei ricordi che solo a vedere quest'uomo affollano la mia mente.

Non è cambiato molto, sempre con la barba rossa curata; i capelli leggermente più lunghi tenuti indietro che gli danno un'aria più elegante; lo sguardo più severo di quello che ricordassi e il fisico ben messo rispetto a come lo ricordavo; la divisa arancione che spicca sulla sua carnagione diafana come la mia e le sue lentiggini che come me gli ricoprono il viso

-ciao bestiolina-

Mi si gela il sangue nelle vene a sentire la sua voce, il tono che usa per chiamarmi dopo così tanto tempo mi fanno torcere le budella, come se volessero uscirmi dal corpo, ma rimango il più possibile indifferente stringendo le mani sulle mie gambe sotto al tavolo

-ciao Jacob-

Lo noto il guizzo della sua mandibola al mio chiamarlo Jacob e non... papà.

Lui sa come colpire ma so farlo anche io, ormai non sono più piccola e fragile Rachel, qua dentro non può farmi del male e queste sono le cose che tengo fisse in mente oltre ad Alex che mi aspetta

-vedo che dopo tutti questi anni la tua educazione non è migliorata-

il suo tono è tagliente e freddo come me lo ricordavo e i conati di vomito che crescono sempre di più mi mettono a dura prova

-sai i primi anni d'età sono fondamentali per l'apprendimento-

gli dico con il tono più impassibile che riesca ad emettere guardandolo

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