CAPITOLO 26

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Sono seduta nell'aula del tribunale del distretto dove si sta per tenere l'udienza preliminare per capire se Alex finirà in carcere o meno.

L'ansia che mi sta divorando si fonde con il terrore che mi porta stare dentro un'aula come questa, come quando ero piccola.

Accanto a me ci sono i miei migliori amici che mi tengono la mano e con noi ci sono anche gli altri.

Persino Tiffany è presente ma non ci siamo parlate né ho intenzione di farlo; siamo tutti qua per lui.
Quando lo fanno entrare il mio cuore perde un colpo, lo hanno fatto cambiare e indossa un competo elegante scuro, con la sua figura possente è dannatamente bello e peccaminoso anche in questo frangente, lui subito mi nota e il resto intorno a noi perde spessore.

Cammina anche se ammanettato, si ferma sulla sedia davanti a me, nei suoi occhi leggo un piccolo barlume di speranza che spero proprio non sia vana e allungo una mano verso di lui per sfiorarlo, lui fa lo stesso ma il poliziotto lo ferma e ci dice che non possiamo toccarci e questo mi dà un fastidio enorme, ma Alex mi mima un dopo pronunciato con le sue suadenti labbra e poi si mette seduto accanto a Douglas che impeccabile come sempre prepara dei fogli sul tavolo.


Passano pochi minuti ed entra il giudice, una donna di mezza età con la classica acconciatura ben definita colorata dall'argento degli anni, il suo volto è severo mentre si siede e saluta i presenti per dare inizio all'udienza.

Penso di non riuscire più a respirare o parlare da questo momento in poi, stringo forte la mano sia di Liz che di Will in attesa.

È passata un ora da quando siamo qui dentro e i due avvocati non hanno fatto altro che tirar fuori argomentazioni su Alex.


I nervi a fior di pelle che mi percuotono ogni volta che l'avvocato dell'accusa parla mi rende sempre più agitata. Il giudice ascolta e osserva senza esprimersi, il non riuscire a carpire quello che pensa fa salire la mia ansia, fino a quando non alza una mano e mette a tacere tutti e si rivolge prima agli avvocati e poi ad Alex

-Signor Moore-

dice con tono pacato ma severo mentre lo guarda

-lei ha agito per difendere una ragazza da una violenza sessuale e questo le fa onore, non molti si sarebbero messi in mezzo-

dice guardando male verso l'avvocato dell'accusa e poi tornando a guardare lui

-ha sicuramente esagerato e questo non posso negarlo però, per cui la mia decisione è questa-

Siamo tutti con il fiato sospeso, quasi nessuno batte neanche gli occhi quando lei prende il martello e battendo dichiara

-ha agito per difesa di un'altra persona e per l'accusa di aggressione non andrà in carcere ma dovrà svolgere dei lavori socialmente utili per 180 ore, così ho deciso-

Batte ancora il martello e noi prendiamo tutti un respiro di sollievo, quasi vorrei urlare per la sensazione di felicità che sento in petto.

Ci alziamo tutti in piedi e sento gli altri urlare ma io non vedo nessuno ad eccezione di Alex che viene liberato dalle manette e si gira verso di me regalandomi quel suo sorrisetto beffardo.


Si allunga verso di me, io non me lo faccio ripetere due volte e mi sporgo dalla ringhiera con il busto afferrandogli la mano che lui stringe, mi strattona a sé abbracciandomi forte dalle spalle, la sua voce che mi ringrazia è come una carezza che mi fa vibrare l'anima e sentire bene; ricambio la sua stretta appropriandomi del suo calore e nascondo il volto contro il suo collo mentre ispiro forte il suo profumo di demin.

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