cap. 11 LE ripetzioni

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<<ciao. vieni pure>> dissi accogliendo robin in casa
<<grazie...allora tregua?>> chiese lui
<<si...se a te va>>
<<in realtá mi piacerebbe essere tuo amico. tu sei diversa>>
una stretta allo stesso
<<diversa? in che senso?>> risi
<<beh, non sei come la metá delle ragazze che conosco, che mi stanno dietro solo per un bacio o un limone>>
ok...
<<io...io non ti sto proprio dietro>>
<<no, infatti...>> si sedette <<iniziamo?>>
<<si>>
beh, era andata bene, no?
<<bene, fai questi, anzi facciamo questi>> dissi
<<va bene...>> rispose tirando fuori la penna.
li fece...e diede tutte risposte sbagliate
<<cazzo>> disse un po' in panico
<<tranquillo, devi solo concentrarti di più>>
<<e se non passo l'esame? se mi bocciano?>>
<<robin>>
<<è?!>>
<<calmati>>
si bloccò per un attimo, poi fece un respiro <<ok, ci sono>>
<<in questo periodo sei diverso...>> dissi <<è da un po' che ti vedo più in ansia. tutto bene?>>
<<beh, in realtá no. però io ti sto antipatico, quindi non credo che ti importi>>
<<non mi stai antipatico...>> gli confessai <<se con me non farai lo stronzo, se diventassimo amici, perchè dovresti starmi antipatico?>>
sorrise.
<<davvero?>>
<<si! cioè, io ho visto come sei con finney, e non sei lo stesso di come sei con me...o com'eri con me>>
<<quindi ti interessa?>>
<<certo>>
<<ok...beh...sono preoccupato di non passare il test, di dover rifare l'anno da capo e deludere...delle persone. in più la ragazza che mi piace non mi caga>>
davvero me lo aveva detto senza lucrarci sopra? si era sfogato, così?
<<che ti importa se non passi l'esame? a te spetta l'azione non il risultato>> tentai di rassicurarlo
<<e questa dove l'hai letta?>> chiese lui accennando un sorriso.
<<da nessuna parte. è vero! non pensare al futuro. non ti serve, buttalo via! stai nel presente, fai i tuoi esercizi, non pensare al "se passerai l'esame", perchè è inutile e avrai più possibilitá di fallire...>>
notai che mi ascoltava attentamente
<<...se invece ti concentri sull'adesso, è più semplice. solo concentrandoti sul presente ti renderai conto di saper fare certe cose e di quanto bene sei in grado di farle>>
rimase in silenzio per un attimo, poi <<wow. tu sei una poetessa. come fai?>>
risi. <<mia...>> balbettai <<mia madre era una psicologa>>
<<te l'ha detto tua zia?>>
<<si...>>
<<mi dispiace per i tuoi...>> disse sottovoce
<<mi dispiace per tuo padre...>> dissi io
ci guardammo negli occhi per circa cinque secondi.
<<e per la tipa che ti piace...si accorgerá di te se è davvero così intelligente>>
<<oh, lo è!>> fece lui sorridendo <<è intelligente, bella, solare e forte>>
<<beh, sono contenta per lei...riprendiamo?>>
<<ah, giá, certo>> rise <<col tuo discorso di prima mi sento giá meglio.>>
<<forse dovevamo interrompere le nostre liti prima>> dissi io
<<si, avremmo dovuto>>
continuammo matematica per un po' di tempo, poi andò via e andai a raccontare a vance quanto fosse stato bello quel pomeriggio.
<<sai che forse non è così terribile?>>

<<pestalo robin!>> gridò una ragazza in mezzo alla folla
come al solito, robin stava facendo una rissa e stava anche vincendo.
contro moose questa volta.
lo stava pestando a sangue...un po' ne ero contenta perchè in seconda media, moose aveva fatto sanguinare il naso a finney per scherzo, per prendersi gioco di lui davanti a tutti i suoi "amici". fortunatamente non era nella nostra stessa classe.
robin gli diede il colpo di grazia e se ne andò, così io lo seguì.
<<robin, aspettami!>>

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