cap. 31 "è colpa mia"

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peccato, non ottenni risposta. però ero sicura che lo avesse letto.

<<scarlett, hai sentito di moose?>> sussurrò ana
scossi la testa<<cos'è successo?>>
<<è in ospedale. è stato robin>>
dio, non aveva esagerato?
<<perché l'ha fatto?>>
<<non ne ho idea, forse lo stava importunando>>
io un'idea l'avevo, ma non era possibile, insomma, avevamo litigato.
"non preoccuparti, con te farò i conti più tardi"
nah, non era possibile...

<<quindi non gli hai parlato?>> mi chiese finney appena uscimmo da scuola.
<<gli ho parlato, ma non credo sia servito. tu sai di moose?>>
<<lo sanno tutti. rob l'ha proprio massacrato. sicuramente avrá parlato troppo>>
annuì incredula <<si...si, probabile>>
e lui se ne accorse <<qualcosa non va?>>
guardai in basso. <<beh...qualche giorno fa, quando moose mi aveva massa schiena al muro e rob è venuto a salvarmi, gli ha detto che con lui avrebbe fatto i conti più tardi>>
<<e tu credi che sia oer questo>>
rialzai lo sguardo su di lui scuotendo la testa con un po' di malinconia <<è impossibile, se per lui sono stata solo un gioco non capisco perchè dovrebbe difendermi ancora>>
<<perchè tu non eri solo un gioco per lui, secondo me>>
lo guardai confusa <<come no?>>
<<quale altra ragazza ha trattato in questo modo qui dentro? adesso sta con emily ma è molto più distaccato di quando eravate amici>>
<<può darsi, non li guardo così spesso...>>
finney scoppiò a ridere e questo mi infastidì <<ma se non fai altro che lanciare occhiatacce ad emily lancaster!>>
beh...aveva ragione...
io detestavo robin, era stato uno stronzo dopo quello che mi aveva fatto e non avrei mai potuto perdonarlo, ma talvolta non riuscivo a smettere di essere gelosa di emily e sognare che i baci che robin le dava nei bagni della scuola fossero rivolti a me.

i giorni passavano, mi stavo affezionando sempre di più alla musica e riuscivo a pensare a robin sempre di meno.
ma questo non significa che la cotta mi fosse passata, vederlo con emily mi provocava ancora un po' di gelosia, ma poi mi ricordavo quello che mi aveva fatto.
mi capitava qualche volta di parlarci, ma era solo quando lo aiutavo con qualche compito e non eravamo mai da soli.
la cosa strana era che non aveva più quel tono da arrogante, qualche volta faceva qualche battutina divertente ed io mi mettevo a ridere tentando sempre di soffocare la cosa.
era passato un altro mese e per sbaglio, mentre ero dul divano, udì per sbaglio il telegiornale.
un tizio soprannominato "rapitore" stava rapendo i bambini della nostra zona. la televisione proiettò l'immagine di due ragazzi scomparsi, ma per fortuna io non li conoscevo personalmente. non erano facce nuove ma gli avevo giá visti da qualche parte.

<<ana, correggi il primo esercizio che ho dato per compito>> le ordinò la prof di storia.
lei cominciò a correggere, avrei dovuto controllare ma facevo fatica s seguire la lezione.
qualcuno dietro di me sussurrò il nio nome velocemente. guardai oltre le mie spalle.
<<ah! mi calcoli ancora allora>> disse robin, solo un banco dietro a quello in cui di solito stava gwen, ma quel giorno non era presente.
<<finiscila>> dissi
<<como quieras, mi Amor>>
mi Amor...
fece un piccolo sorriso e ci perdemmo di nuovo uno negli occhi dell'altra.
amavo così tanto il suo sorriso e in quel momento capì quanto avessi voluto averlo ancora come amico.
<<scarlett, stai seguendo oppure no?>> la prof ni rimproverò severa ed io non dissi nulla, mi girai soltanto.
<<è colpa mia>> fece rob <<le stavo solo chiedendo che cosa avesse detto ana, non sgridi lei. non ha fatto niente>>
<<è vero, scarlett?>> chiese la professoressa.
non volevo dire "si", non volevo farlo sgridare anche se in realtá se la sarebbe meritata una bella strigliata. ma non potevo dire "no", insomma, era vero! era stato lui a chiamarmi.
<<è unica nel non fare la spia lei. non lo anmetterebbe mai, ma glie lo sto dicendo io>>
mi aveva parato le spalle, sul serio?
rimasi giarata verso la cattedra e non mi voltai per ringraziarlo, ma avrei tanto voluto farlo.
la cosa strana era che in circa quaranta secondi mi aveva chiamata "mi Amor" e mi aveva detto che ero unica.
per un attimo pensai che finney avesse ragione, ma non era possibile una cosa del genere.
dovevo scoprirlo.

<<finn, aspettami!>> chiamai appena uscita da scuola <<ho bisogno di un grosso favore da parte tua>>
<<dimmi prima di che cosa si tratta, poi vedrò...>> rispose
<<stronzo. comunque si tratta di robin>> dissi facendogli un piccolo sorrisetto di speranza.
lui annuì per farmi cenno di continuare.
<<ho bisogno che gli parli. devi fargli dire che si è inventato la storia della scommessa>>
<<certo, non c'è problema...solo, ti va bene se glie lo faccio dire lunedì? verrá da me. perchè domani ha box, almeno, al venerdì di solito ce l'ha>>
<<va bene...ehm...un'altra cosa...>>
<<spara>>
<<ti dispiacerebbe accompagnarmi da moose?>>

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