cap. 37 la strana sensazione

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la mattina dopo fui svegliata da una voce e da delle carezze sul viso, fatte da una persona che era evidentemente giá sveglia da un po'.
<<buongiorno>> disse robin appena mi vide aprire gli occhi.
<<ciao>> risposi prendendo un cuscino e mettendomelo in faccia.
rob me lo tolse per poi abbracciarmi.
<<dobbiamo andare a scuola>> sussurrò con calma.
<<ancora cinque minuti>> implorai
<<piccola, è ora>>
<<va bene...>>

sbadigliai prima di entrare in classe, robin, notandolo, ne approfittò darmi un bacio.
guarda caso davanti a finney e gwen, che rimasero a bocca aperta.
<<oddio!>> fece gwen <<perchè non me l'hai detto!?>>
<<stavo aspettando il momento giusto, volevo lo vedessi>>
finn si complientò con robin e, mentre ci sedavamo ai banchi, tutti uno vicino all'altra, cominciammo a parlare del rapitore.
<<avete sentito del nuovo ragazzo scomparso?>> chiese robin
scossi la testa <<chi è?>>
<<no, chi è?>> chiese gwen, seguita da suo fratello.
<<ne parlano tutti. è uno della nostra scuola. si chiama Griffin stagg>>
<<griffin?>> balbettò finney
<<si...lo conosci?>>
<<era un suo amico>> rispose sua sorella.
<<non dire "era">> la corresse suo fratello <<lui è un mio amico>>
guardai un attimo sul mio banco, senza fare attenzione a quello che stava intorno a me. era come se qualcosa non andasse...
<<tutto bene, piccola?>> chiese il mio fidanzato
<<si, si, sto bene>> mentì <<sono solo un po' stanca. possiamo cambiare argomento?>>
<<certo>> rispose comprensivo, facendo un piccolo sorriso <<ma sei sicura che stai bene?>>
annuì, alla fine avevo solo una strana sensazione. niente di più.
anche se avevo visto griffin solo una volta nella vita, mi dispiaceva che fosse stato rapito. e se fosse morto?

le lezioni erano finite ed io stavo tornando a casa insieme a robin.
<<che succede?>> chiese lui
<<cosa intendi?>> domandai scuotendo la testa
<<non apri bocca da quando siamo usciti, e non mi hai ancora detto che mi ami>> disse tentando di rimanere serio, ma poi optò per qualcosa di più scherzoso
<<ti amo>> dissi io, seria, quasi triste
<<anche io ti amo. però dimmi che cos'hai>>
<<sto bene...>>
<<ehi>> si avvicinò di più a me <<sono robin, puoi parlare con me>> disse tentando di rassicurarmi.
<<sono solo preoccupata...ho una strana sensazione da questa mattina>> confessai
<<sul rapitore?>>
<<mh...>>
riprendemmo a camminare.
<<sai...non sempre l'istinto a ragione, potresti sbagliarti>>
<<potrei, ma su una cosa così seria?>>
<<anche>> mi prese la mano ed io strinsi la sua, tirando un sospiro di sollievo <<tranquilla, mi Amor, nessuno ti fará del male>>
<<grazie...>> dissi a bassa voce, come per far aumentare la gratitudine in quella parola.
mi diede un bacio sulla guancia e arrivammo a casa mia.

<<bene...>> dissi <<sai tutto. sei pronto per la verifica di algebra di domani>>
<<e tu? ti senti sicura?>> chiese con interesse.
scossi la testa <<ma me la caverò, lo sai, sono sempre insicura>> risi leggernente.
invece lui si fece serio per un attimo <<non dovresti. sei bellissima>>
<<lo dici tu>> ribattei
<<lo dicono tutti>> si avvicinò a me e, poco prima di appoggiare le sue labbra sulle mie, disse <<e questo mi fa imbestialire>>.
mise una mano sulla mia guancia e comiciò a baciarmi nella maniera più delicata possibile, e fu questo a farmi venire i brividi lungo la schiena.
fece per staccarsi, ma non glie lo permisi. poggiai di nuovo la mia bocca sulla sua e continuammo a sbaciucchiarci per almeno un minuto, staccandoci ogni tanto l'uno dall'altra per riprendere fiato, per poi riavvivinarci immediatamente.

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