cap. 53 finney?

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eravamo in classe da dieci minuti, io e gwen non riuscivamo a smettere di parlare di quanto accaduto e di quanto fossi fiera di me.
era la prima volta che mi comportavo in quel modo.
tuttavia mi ritrovai a chiedermi se il merito di quel coraggio fosse la relazione con robin arellano, o il rapimento accaduto precedentemente.
purtroppo, la risposta era ovvia.
tutte le botte dal rapitore avevano fatto scattare qualcosa che mi aveva cambiata, cioè, io ero sempre scarlett hopper, ma con dei piccoli cambiamenti, e dovevo solo accettare la cosa.
detto sinceramente, non mi dispiaceva affatto.
<<lo dirai a robin?>> sussurrò gwen facendo finta di scrivere sul suo quaderno quello che la prof trascriveva alla lavagna.
<<ieri gli avevo detto che lo avrei fatto, ma non so se se lo aspetta da me. quindi non lo so. ti immagini io che vado da lui e gli faccio "oh, comunque ho tirato una sberla ad anna"?>> dissi facendo il suo stesso movimento.
rise.
<<in effetti, è un po' inappropriato...e i suoi profili?>> chiese cambiando discorso.
<<profili?>>
<<tiktok e instagram>>
<<ah. non lo so, non li guardo da un po'>>
<<fallo>>
<<ora?>>
<<si!>>
<<no!>> dissi scuotendo la testa <<sei matta? siamo in classe!>>
<<ok, fighetta. allora fallo dopo>>
<<io, "fighetta"?>> domandai inclinando la cute e guardandola <<siamo in classe, gwen! mi sospendono se sanno che uso il cellulare!>>
<<si, si>>
alzai gli occhi al cielo e aspettai la fine della scuola.

ero sul mio letto, mi stavo riposando prima di cominciare a stuidare scienze prima dell'interrogazione dell'indomani, avevo il telefono in mano e stavo cercando qualche nuova notizia online riguardo a cose varie.
quando trovai un link riguardo al rapitore.

"un altro ragazzo scomparso, giá da una settimana. dati i palloncini neri, si presuppone sia lo stesso rapitore"

oh no.
girai immediatamente la notizia a robin.
stavo per chimarlo quando sentì il citofono e ripetuti pugni contro la mia porta.
<<aprite! cazzo, scarlett, aprimi! ti prego!>> sentì gridare.
era finney.
mi precipitai all'entrata.
<<aprimi! ti prego!>> continuava lui, sbattendo le mani e tirando calci sul legno della porta in modo da amplificare il rumore.
lo feci immediatamente entrare.
<<chiudi subito quella porta!>> mi ordinò una volta dentro, precendendomi e chiudendo a chiave.
dopodichè, corse immediatamente nella mia stanza, trascinandomi per il polso.
<<finney!>> dissi io, mettendogli le mani sulle spalle <<che hai!?>>
<<dobbiamo chiamare la polizia! subito!>>
<<finn!>> insistetti scuotendolo <<chi c'era lì fuori?!>>
per un secondo ci guardammo negli occhi, momento in cui io capì tutto.
il rapitore.
<<cazzo>> commentai prendendo il mio cellulare e componendo il numero della centrale <<dici che è ancora lì fuori?!>>
scosse la testa spaventato <<non lo so! vance dov'è?>>
<<alla sala giochi>> risposi portandomi il telefono all'orecchio <<tornerá verso le otto>>
sentimmo bussare alla porta, piccoli tocchi che pian piano si fecero più forti e violenti.
<<porca troia!>> commentò finney.
la polizia mi rispose.
<<pronto, polizia! sono scarlett hopper! il rapace è qui fuori!>> dettai loro il mio indirizzo in modo che potessero venire a salvarci.
sentivamo ancora battere sulla porta e finney stava quasi per piangere dalla paura, anch'io ero molto spaventanta, ma dovevo rimanere calma.
<<finn>> dissi <<stai calmo>>.
<<come faccio a stare calmo?!>> chiese lui con una lacrima che gli scendeva dal viso.
lo abbracciai.
<<stai tranquillo>> sussurrai accarezzandogli i capelli, anche se era un po' inappropriato in una situazione del genere.
ma che altro potevo fare?
<<non entrerá. te lo assicuro. la polizia sta arrivando>>.
ricambiò l'abbraccio, stringendomi come fossi la sua mamma.
poi sentì la mia suoneria.
quella che avevo impostato per il contatto del mio fidanzato.
<<robin?>>
<<amore>> disse lui ignaro di quello che ci stava succedendo <<posso venire da te? per studiare? intanto parliamo del...>>
<<a dire il vero, meglio di no>> risposi io, sempre con finney tra le braccia, per far si che non si preoccupasse.
<<perchè no?>> domandò lui, un po' deluso.
poi <<ma è finn quello che...piange?>>
non risposi subito, rob dovette chiamarmi per un paio di volte prima di farmi dire "si".
<<che sta succedendo?>> chiese, intuendo che qualcosa non andava.
<<ti spiegherò tutto più tardi, robin. ora devo andare>>
<<siete in pericolo? è successo qualcosa?>>
<<stiamo bene>> dissi con un tono quasi credibile.
<<scarlett, dimmi che cosa succede>>
non risposi.
<<ho capito. vengo a casa tua adesso>>
<<no, robin, non farlo.>>
<<dimmi che cosa c'è e ci penserò>>
<<il rapitore è qui fuori, cazzo! sei contento ora?>> confessai, un po' nel panico.
<<allora devo venire da te!>>.
sentì del movimento e capì che stava uscendo di casa.
<<no! stai lì!>> ordinai, o meglio, implorai <<non voglio che ti faccia del male. la polizia sta arrivando!>>

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