cap. 55 mostro

288 10 26
                                    

<<amore!>> disse lui mettendomi entrambe le mani sul viso e stampandomi un sincero bacio sulle labbra <<sono arrivato il prima possibile, scusa se ci ho messo tanto. stai bene?!>>
ricambiai il bacio tentando di calmare la sua agitazione.
<<sto bene!>> dissi poi <<sul serio, non ti preoccupare per me>>.
<<sto bene anche io>> fece finney alzando leggermente la mano per farsi notare da robin <<grazie per l'interessamento>>
<<scusa, amico>> gli rispose rob andando verso di lui e dandogli una pacca sulla spalla <<è che scarlett è...>>
<<la tua fidanzata>> lo precedette lui <<lo so>>.
<<che cosa ci faceva a casa tua?>> chiese il mio ragazzo voltandosi verso di me.
<<è colpa mia>> disse finn <<inseguiva me, il rapitore. sono venuto da lei perchè era la casa più vicina. aveva tentato di rapirmi>>
<<cazzo...stai bene?>> chiese, lui, questa volta, preoccupato.
<<si, si. è riuscito solo a portarmi dentro casa sua. gr...>>
senza farmi vedere da robin, sicura, invece, che finney mi avrebbe vista e avrebbe capito quello che intendevo,
gli feci un cenno con la testa, prima scuotendola, poi mettendomi una mano sulla bocca, per indicargli di non dire nulla riguardo griffin.
perchè evidentemente lo aveva dimenticato.
<<...grazie a dio, mi sono svegliato in tempo per scappare da lui>> si corresse camuffando la comprensione dei miei gesti.
in quel momento mi sentì tremendamente in colpa.
avevo raccontato la veritá al mio migliore amico, e non al mio fidanzato?
perchè?
tuttavia, in me c'era qualcosa che mi costringeva a tenere la bocca chiusa riguardo a quell'argomento di fronte a robin.

finn era andato via, erano circa le otto e vance era tornato a casa da circa un'ora.
mi aveva detto che voleva tenermi d'occhio, anche se, in realtá, il pericolo era passato.
io ero sul mio letto, insieme a robin, e stavi studiando scienze.
eravamo sul letto da circa un'ora, quando rob cominciò a parlare di altro.
<<oggi ho quasi picchiato gabriel>> disse lui.
<<interessante>> dissi io, ancora concentrata sullo studiare, senza aver capito al cento per cento quello che avesse detto.
mi alzò la testa con la mano.
<<mi ascolti?>> chiese lui un po' offeso.
<<si...>> dissi scuotendo la testa per riprendermi <<sono solo...lascia perdere>>
<<no, dimmi tutto>>
<<nah, non è così importante>>
<<eddai>> insistette lui.
<<sono solo preoccupata per domani. raccontami quello che stavi dicendo prima...avevi parlato...di matty, giusto?>>
<<era gabriel>> mi corresse lui <<ma comunque, perchè sei preoccupata?>>
<<abbiamo la verifica>>
<<e allora? sei grande! ce la farai, ce la fai sempre>>
<<non ne sarei così sicura>>
guardai in basso, alzandomi la manica della felpa per vedere se i lividi c'erano ancora.
ed erano ancora lì...
<<amore mio>> disse robin, abbracciandomi <<stai tranquilla, stai bene adesso>>
<<lo so...>> dissi io, poggiando il mento sulla sua spalla, col le labbra rivolte verso la dua guancia <<ma non riesco a pensare ad altro>>
<<fai una cosa...>> iniziò lui, dandomi prima un bacio sulla fronte <<quando ti capita di pensare a quel bastardo, se dovesse capitarti domani in classe, girati verso di me, fai un respiro e ripetiti "c'è robin qui, non può capitarmi nulla">>
ci sdraiammo ed io sbadigliai.
<<ti ringrazio>> feci io, abbracciandomi a scimmia su di lui, poi <<mi chiedo come fai a stare con me>>
accennai una risata.
<<cosa vuoi dire?>> chiese lui, un po' sconvolto.
<<beh, non vedi com'è la mia vita? è una completa merda!>> ammisi.
cazzo, non pensavo che lo avrei mai detto.
<<insomma, i miei genitori sono morti, ho problemi di ansia e di autostima, ho avuto un sacco di attacchi di panico, sono stata rapita...>>
mi stampò un bacio sulle labbra.
<<a me cosa importa?>> domandò con tranquillitá.
<<perchè è con me che stai>> dissi io, sincera <<come cazzo fai ad amare una come me? sono solo...un mostro>>
<<non dire mai più una cosa del genere!>> mi rimproverò lui, accarezzandomi la guancia.
<<ma è vero! robin, sono un cazzo di mostro!>>
<<ok, mettiamola così. sei un mostro. un mostro perchè non hai i genitori? perchè hai problemi di autostima? perchè sei stata rapita?>>
non dissi nulla, volevo sapere che altro aveva da dire.
<<perchè io non vedo così un mostro>> continuò <<anzi, a parer mio sei una delle persone più belle che esistano, e non parlo solo di estetica. sai una delle cose che mi piacciono di più di te?>>
scossi la testa per come potevo.
<<anche tu, come me, ami un "mostro">>
mh?
<<un mostro?>> chiesi non capendo a chi si riferisse, ma temendo la risposta.
<<ci hai definiti tu così. proprio adesso>>
<<noi due?>>
mi diede un altro bacio sulla fronte.
<<noi due.>>
<<tu non sei un mostro>> ribattei un po' arrabbiata per il titolo che si era appena dato.
<<ah no?>> domandò lui <<mio padre è morto. non ho saputo proteggere la mia ragazza dal rapitore e a scuola sono un dei bulli più temuti. e, come se non bastasse, prima di mettermi con te, ho baciato tutte le ragazze da cui mi serviva qualcosa>> poggiò il retro della testa sul mio cuscino <<tu chiami "mostro" te, ma di me cosa dobbiamo dire?>>
<<tu non sei un mostro>> ripetei con fermezza.
<<no? e allora voglio esserlo.>>
<<cosa?>>
<<si! perché, a quanto pare, tu lo sei. e scommetto che non ti fa impazzire la cosa>>
<<no>> scossi la testa <<infatti>>
<<proprio per questo desidero diventarlo. se tu ti credi un mostro e ti crea disagio, allora lo sono anche io>>
mi prese la testa, fecendola sollevare dal suo petto, poi poggiò le sue labbra sulle mie, dandomi un bacio leggero.
<<perchè non voglio che affronti niente da sola>> concluse
chiusi gli occhi e premetti la mia fronte sulla sua, poi continuai quello che lui aveva iniziato.
inclinai leggermente la testa, mettendo una mano dietro la testa fi robin per tenerlo premuto contro di me. anche se non penso ce ne fosse il bisogno. aprì e chiudi la bocca sulla sua per un po'.
<<ti amo>> dissi.
sarebbe bastata una sola volta, invece continuavo a ripetere quelle due parole fino ad arrivare al momento i cui rob mi prese le guance con le mani e mi bloccò il viso.
<<tu non sei un mostro, scarlett hopper>> disse sillabando per cercare di mettermelo in testa.
<<tu non sei un mostro, robin arellano>> dissi io come potevo, la mia bocca aveva assunto una strana forma, dato che le mani di robin mi tenevano stretta la faccia.
mi baciò di nuovo, poi mi portò in bagno.

<<adesso guardati allo specchio e ripetiti che sei bellissima.>> ordinò.
lo feci, ma prima di cominciare a parlare mi soffermai a guardarmi.
lo ero davvero.
beh, non ero "bellissima", o almeno non mi ci vedevo.
però non mi vedevo nemmeno il mostro che avevo sempre visto.
ricollegai il momento e l'amore che provavo per robin ad un frase che avevo letto in "all your perfects" una volta:
"è solo allora che capisco perchè lo trovo così attraente.
è perchè fa sentire attraente me"
ed io la riformulai, adattandola a quel momento.
"è allora che ho capito perchè lo amassi.
perchè mi faceva amare me stessa"
<<robin>> mi voltai verso di lui prima di pronunciare le parole che lui mi aveva ordinato di pronunciare.
<<mi Amor?>>
<<io sono bella>> annunciai sconvolta.
venne verso di me, prendendomi per i fianchi e sollevandomi, per poi darmi un grande bacio a stampo.
<<davvero? lo stai ammettendo?>>
<<si, cazzo!>> dissi esaltata <<è assurdo!>>
<<no>> disse posandomi a terra e abbracciandomi <<non lo è. sei meravigliosa>>
gli diedi un bacio sulla guancia.
<<dai, raccontami di gabriel>> lo incitai.
fece un sorriso e tornammo nella mia stanza.

il giorno dopo, mentre facevamo la verifica per cui, a proposito, io e il mio ragazzo non aveva finito di studiare, mi venne in mente il rapitore.
le mani cominciarono a tremarmi, come al solito.
feci come rob mi aveva detto.
mi voltai verso di lui, dicendo "c'è robin qui. non può capitarmi nulla".
lui vide che lo stavo guardando e mise la mano al lato del banco, a destra, in modo che la prof non potesse vederlo, visto che vicino a noi c'era il muro.
io glie la strinsi, lui mi fece un sorriso.
il contrasto che si creò tra il calore della sua mano e la freddezza dalla mia, mi fece venire un leggero brivido.
ma smisi di avere paura e rimanemmo così per tutta l'ora.
volevo così tanto che lo sapesse, era l'unico a cui avrei dovuto raccontarlo.
ma che cosa avrebbe fatto?
insomma, non potevo andare da lui e dire "ehi, robin, quando sono stata rapita ho parlato coi ragazzi scomparsi".
sarebbe stato strano e non penso l'avrebbe presa bene.
ma non c'era altro modo per spiegare.
però lui era il mio fidanzato...
forse...

📞Rᴏʙɪɴ×Sᴄᴀʀʟᴇᴛᴛ📞  ❤️‍🔥𝐸𝑛𝑒𝑚𝑖𝑒𝑠 𝑇𝑜 𝐿𝑜𝑣𝑒𝑟𝑠❤️‍🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora