ormai ero fuori dall'ospedale da un paio di giorni ed ero tornata a scuola.
i miei compagni mi aveva riempita di domande, chiedendomi se stessi bene e che cosa fosse successo.
mi parve strano che, però, nessuno di loro mi avesse chiesto come avessi fatto a scappare.
cosa che, in ogni caso, avrei voluto che rimanesse un segreto.ero seduta al mio banco, consapevole che da lì a poco sarebbe arrivata mia zia per portarmi in centrale: la polizia voleva farmi delle domande.
pasticciavo il mio quaderno degli appunti, facendoci disegnini e scritte che non significavano nulla, quando sentì bussare alla porta.
<<è arrivata la zia di scarlett>> annunciò la preside facendomi cenno di preparare le mie cose.
<<arriva subito>> rispose la prof.
misi l'astuccio nella cartella, insieme al libro e al quadernino che avevo scarabocchiato fino al momento prima.
guardai robin per un secondo, lui sorrise mandandomi un bacio con la mano e mimando "stai tranquilla" con le labbra.<<allora scarlett>> cominciò uno dei due agenti di polizia che era nella stanza in centrale insieme a me <<come stai?>>
<<bene>> risposi scrocchiando le dita delle mani per sbaglio.
odiavo quando qualcuno si scrocchiava le mani, il rumore era così fastidioso.
<<ti sei ripresa bene dall'accaduto?>>
no, come potevo? era passato solo qualche giorno!
<<diciamo che ci sto provando>>
<<bene...>>
<<dobbiamo farti alcune domande, te la senti di rispondere?>> domandò l'altro poliziotto, di cui lessi il nome che aveva scritto sulla targhetta.
daniel.
<<certo...>> risposi io, con le mani che stavano quasi per tremare.
le nascosi sotto al tavolo, sopra le mie gambe <<dite pure>>
<<purtroppo, prima abbiamo una brutta notizia>> disse il primo agente con cui avevo parlato.
lessi il suo nome: jeff.
<<quale?>>
<<purtroppo, non siamo riusciti a trovare il rapitore. è scappato in macchina appena ci ha visti ed è andato via.
respirai affannosamente per un secondo.
<<sta' calma, ovunque sia adesso, è fuori cittá>>
<<non avete idea di dove possa essere andato?>> domandi sconvolta.
<<no, era quello che voleva chiedere. sai dove potrebbe essere andato? ti ha detto qualcosa mentre eri lì con lui?>>
scossi la testa, cercando di ricordarmi qualcosa.
<<puoi dirci che cosa ti ha fatto?>> chiese daniel.
mi vennere gli occhi lucidi.
ricordai le botte.
di come non ero riuscita a dormire per il male che mi avevano provocato.
feci l'unica cosa possibile: rimasi in silenzio.
anche se questo avrebbe potuto significare che lui avesse abusato di me, cosa che, per fortuna, non aveva fatto.
mi fecero altre domande per un po' di tempo, fino ad arrivare all'unica cosa che non volevo mi chiedessero.
<<come sei riuscita a scappare da lì? sembrava molto difficile>> fece jeff.
guardai per un attimo in basso.
non avrei mai e poi mai parlato loro delle chiamate che avevo ricevuto, e nemmeno dei consigli che mi avevano dato.
così distorsi un po' la veritá.
raccontai loro che avevo sentito il firgone andarsene e la porta era rimasta aperta.
non aggiunsi che due dei ragazzi fantasma mi avevo chiamata attraverso un telefono, che, tra l'altro, aveva il cavo staccato, dicendomi la password del lucchetto e spiegandomi come uscire da lì.
come sarei finita, altrimenti?
<<ok...per oggi è tutto>> annunciò jeff <<il mio collega ed io, però, vorremmo consigliarti uno psicologo. ti farebbe davvero bene, hai bisogno di parlarne>>
annuì forzatamente <<ci penserò>>
dopodichè mi accompagnarono fuori, mia zia mi stava aspettando. io, una volta tornata a casa, chiamai immediatamente robin in un mare di lacrime.
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📞Rᴏʙɪɴ×Sᴄᴀʀʟᴇᴛᴛ📞 ❤️🔥𝐸𝑛𝑒𝑚𝑖𝑒𝑠 𝑇𝑜 𝐿𝑜𝑣𝑒𝑟𝑠❤️🔥
Fanfictionmi chiamo scarlett hopper e no, non sono la sorella del temutissimo vance hopper. siamo cugini. peccato che, il temutissimo vance, proprio nel mio primo giorno di scuola, finì in una rissa con l'ancora più temuto, robin arellano. dio, odio robin ar...