cap. 43 sopravvissuta

293 11 5
                                    

.-ANNUNCIO: d'ora in avanti non posterò più 2 volte al giorno OGNI sabato e domenica perchè sono troppo occupata con la scuola, scusate tanto🤍-

feci un respiro e aprì la porta.
mi doleva lo stomaco e le mani, ora tutte colorate di viola per via delle troppo botte, mi tremavano.
non volevo morire per aver tentato di vivere, ma non avrei vissuto in quella cantina aspettando di morire.
salì le scale con l'istinto di voltarmi e tornare indietro.
<<ventitrè, diciassette>> mormorai il più delicatamente possibile, tentando di non fare rumore con gli scalini.
un pensiero mi arrivò alla mente:

"e se mi stessi immaginando tutto?"

le chiamate, quel numero.
insomma, com'era possibile che fossi riuscita a parlare coi ragazzi scomparsi?
semplice, non era possibile.
<<basta pensare>> mi rimproverai <<sali>>.
aprì la porta di legno, quella che mi impediva di vedere il salotto.
il ragazzo con cui avevo parlato il giorno prima aveva ragione: il rapitore non c'era.
andai subito all'altra porta, quella che mi separava dalla libertà, e inserì il codice.
il lucchetto si aprì.
dio, si era aperto, ero libera.
uscì e cominciai a correre il più velocemente possibile, senza mai voltarmi.
ero scomparsa solo da tre giorni, ma sembrava passata una vita.
pensai di andare da mio cugino, a scuola, da robin, invece andai dalla polizia.
entrai nella centrale, avevo solo la felpa. il giubbotto l'avevo lasciato nella cantina.
<<aiuto!>> dissi.
un poliziotto mi vide, ni riconobbe <<scarlett hopper?!>>
<<sono scappata a casa del rapitore>> spiegai <<so dove si nasconde!>>
<<dove?>> chiese lui, chiamando i suoi colleghi, per far si che almeno uno di loro potesse dare un'occhiata a me.
<<al 7714>> risposi col fiatone.
guardò gli altri polizziotti e andarono immediatamente alle loro macchine.
io rimasi in centrale, chiamarono i miei zii, mi darono qualcosa da mangiare e poi mi portarono in ospedale per farmi qualche esame e per disinfettarmi le ferite.
ero molto stanca. in quei tre giorni avevo dormito davvero poco, un quantitativo di tre ore massimo e mi veniva da vomitare per la stanchezza.

ero sdraiata sul lettino d'ospedale, i miei zii erano rimasti fuori, mentre mio cugino era nella stanza insieme a me e stavamo chicchiedando, un modo che lui aveva sempre usato per distrarmi da qualcosa.
<<sono felicissimo che stai bene>> disse.
<<anche io>> risposi <<pensavo di morirci lì dentro>>
<<tu sei forte scarlett. molto più forte di alcuni di noi.>>
<<non più di te>> negai
<<tu sei molto più forte di me. io non riuscirei mai a sopportare tutto quello che sei obbligata a sopportare tu. non sarei mai scappato dal rapitore, ma tu l'hai fatto. sei grande, cugina>>
si avvicinò al mio lettino e mi abbracciò.
io lo strinsi così forte da impedirgli quasi di respirare.
<<mi sei mancato>> dissi.
<<anche tu>> rispose lui, facendo attenzione alla mia schiena <<ti ho pensato, sempre>>
chiusi per un attimo gli occhi, poi qualcuno entrò nella stanza.
<<scarlett>> disse.
<<robin>>
sorrisi, lui mi corse in contrò, abbracciandomi e dandomi un bacio sulla bocca lungo almeno otto secondi. dietro di lui, i miei due migliori amici mi guardavano, impazienti di stringermi tra le loro braccia.
<<non sparire mai più!>> fece rob.
<<non è stata colpa mia>> risposi, un po' fredda.
<<lo so>> rispose lui premuroso <<ma, dio, non hai idea di quanto mi sei mancata...>> una lacrima gli scese dal viso <<cazzo, ti amo. pensavo di averti persa per sempre>>
lo abbracciai <<sono qui>>
ero lì, ed ero ancora viva.
ero sopravvissuta.
sopravvissuta ad un rapimento.
<<non ti lascerò mai più>> terminò scendendo dal lettino e sedendosi su una sedia lì vicino.
<<ciao...>> fece finney, abbracciandomi.
<<ciao>> risposi stringendolo forte e chiudendo gli occhi per un attimo.
<<come stai?>> chiese preoccupato, lasciandomi andare.
<<sto bene>> mentì.
la schiena mi faceva male, le braccia pulsavano ed ero stanca.
<<menomale>>
si spostò e gwen venne vicino a me, mi abbracciò facendo attenzione.
<<deficente, mi sei mancata>>
risi leggermente <<ce la fai a parlare senza insultarmi?>>
<<no, perchè sei sparita!>>
appoggiò il lato della testa sulla mia, per sussurrarmi all'orecchio: <<mi hai fatto preoccupare davvero questa volta>>.
la strinsi ancora più forte, poi cominciammo a parlare.

📞Rᴏʙɪɴ×Sᴄᴀʀʟᴇᴛᴛ📞  ❤️‍🔥𝐸𝑛𝑒𝑚𝑖𝑒𝑠 𝑇𝑜 𝐿𝑜𝑣𝑒𝑟𝑠❤️‍🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora