cap. 30 vittima

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misi la cartella su una spalla sola e mi preparai per andare a casa, ma gwen e finney vennero verso di me e cominciammo a chiacchierare.
<<voi cosa fate stasera?>> domandai.
<<pensavo di convincerti a venire da noi e fare un pigiama parti. solo noi tre e un amico di finn. non è robin eh, te lo giuro>>
non mi dispiaceva molto l'idea effettivamente.
<<beh, pensavo di stare sul mio letto ad ascoltare la musica, ma se insistete...>>
<<grande!>> esultò finn <<vieni adesso. voi cominciate ad andare, io chiamo griffin>>
griffin? non conoscevo nessun griffin...strano, pensavo di conoscerli tutti, i suoi amici.
<<prima avviso vance, la sua scuola è qui vicino>>
<<perchè non gli mandi un messaggio?>> domandò gwen mentre finn era andato a chiamare quel griffin.
<<ti ricordi quando ti ho raccontato del problema che ha mio fratello coi caricabatterie?>>
<<si>>
annuì <<non l'ha ancora risolto, dopo due mesi, quindi gli serve il mio e la mattina non si porta dietro il cellulare perchè è in carica>>
<<ma sono passati due mesi!>>
<<eh lo so, ma lo sai che è sfigato coi caricatori. io lo sono coi temperini>>
era vero, non me lo ero inventato. in tredici anni della mia vita non ero mai riuscita a trovare un temperamatite che funzionasse.
<<ti aspetto qui o vengo con te?>>
<<vieni con me>>

vidi un ragazzo che mi dava le spalle con i capelli biondi e ricci insieme ad un gruppetto di ragazzi, intuí fosse mio cugino.
<<vance!>>
si voltò insieme ai suoi amici.
<<uh, vance, non ci avevi detto di avere la fidanzata>> disse uno di loro.
<<è mia cugina, idiota>> gli rispose, poi di rivolse a me <<cosa c'è?>>
<<volevo avvisarti che sono fuori per stasera>>
<<oh...va bene, ma scrivimi appena arrivi. io adesso sto andando a prendere il telefono a casa, quando lo accendo ti rispondo>>
annuí e tornai indietro insieme a gwen.
sentimmo delle urla al ritorno, persone che gridavano "ce la puoi fare!", ma non andammo a controllare.
sapevo che si trattasse di robin e non mi importava sapere con chi stesse facendo a botte.
passai un bel pomeriggio insieme ai miei amici e conobbi griff, rimasi a dormire ed il giorno dopo mi svegliai per andare a scuola.

due giorni dopo stavo frequentando la lezione di storia e mi annoiavo molto, così accesi il cellulare di nascosto, presi una cuffia e la portai al mio orecchio coprendola coi capelli, poi accesi la musica.
da quando, l'ultima notte che ero stata sveglia, avevo sentito quella canzone, non ero più riuscita a tigliermela dalla testa.
"friends" dei chase atlantic.
non avevo più smesso di ascoltarla, non ci riuscivo. era come una droga.
ma talvolta non riuscivo a smettere di pensare a lui, anche robin era diventata una droga per me, e avevo un'incredibile voglia di andargli davanti e gridargli contro quanto fosse stronzo e ipocrita.
mi limitai a scrivergli un biglietto:

"comunque complimenti. ok la scommessa, ma devi fare proprio schifo per parlarmi di tuo padre solo per uno stupido gioco. non lo dico per me, ma per lui"

non sapevo se darglielo o no, insomma, sembrava un po' una cosa da "vittima", ma d'altra parte, lo ero.
non che fosse una giustificazione...
Robin arellano stesso, però, di aveva detto di non esitare, di non fermarmi a pensare se avessi dovuto fare cose che riguardassero lui.
quindi non esitai.

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