Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)

1) GABRIEL

Scendo dall'auto e sbatto furiosamente la portiera. Sono nervoso, molto nervoso. Odio quando le cose non vadano come abbia stabilito. Questo ultimo affare sta andando a puttane, sto perdendo tanti di quei soldi che se mio padre fosse ancora in vita e mi vedesse mi prenderebbe a sberloni. Ed avrebbe ragione. Sistemo il mio cappotto costoso e mi preparo ad entrare nel mio night club. Sono molto affezionato a questo posto, ma, se non fosse uno dei primi locali che mio padre avesse aperto, sarebbe già chiuso. Troppo vecchio e fuori moda, se paragonato ai miei altri locali.

Ho tanta responsabilità sulle spalle: sono l'erede mafioso più importante del mondo. Amo il mio lavoro, la mia potenza ed il rispetto che la gente mi porta. Amo il terrore che provoco nelle persone, la mia ricchezza ed il mio dominio. Ma tutto ciò comporta anche delle conseguenze: mostrarmi sempre duro e crudele, senza cuore e senza pietà. Mi porta a dover tirare fuori un lato del mio carattere che, in realtà, ho costruito nel tempo, una maschera che ho dovuto incollarmi al volto per sopravvivere nel mondo mafioso. D'altronde sono cresciuto in una famiglia amorevole...i miei genitori si amavano molto ed amavano molto me, ma ho anche imparato che l'amore uccida, l'amore renda deboli e ti porti via tutto ciò che di più caro tu abbia. I miei genitori ne sono l'esempio: mia madre è stata rapita ed assassinata da uno dei tanti nemici mafiosi di mio padre e lui ha fatto di tutto per salvarla. Ha ceduto terreni e gran parte del suo potere, si è abbassato a mille richieste pur di avere indietro la sua amata, eppure l'hanno uccisa lo stesso. Le hanno tagliato la gola davanti alle sue grida disperate, che assistette alla scena impotente. Da quel momento in poi, nulla tornò più come prima: mio padre si lasciò andare, non si prese più cura del suo grande impero e cominciò a perdere tutto quello che si era costruito con tanto impegno e sacrificio negli anni.

Fu in quel momento che decisi di intervenire io: presi in mano la Russia e divenni il capo mafioso più giovane e potente che il mondo avesse mai visto. A soli ventitré anni comandavo tutta la Russia e gran parte del Kazakhstasn. Ho ripreso il potere che avevamo perso ed anche di più. Ho decine e decine di night club aperti in tutto il territorio e nascondo le mie attività illegali dietro la facciata di un innocuo locale notturno: spaccio di droga, prostituzione, traffico umano ed altre attività come inerenti.  Qua, un uomo ricco, può trovare tutto quello di cui abbia bisogno. E poi, ovviamente, la mia attività preferita...i prestiti di denaro: adoro prestare soldi a persone estremamente bisognose, disposte a tutto pur di averli. Adoro il modo in cui mi supplichino di aiutarli, mi fa sentire ancora più potente di quanto già non sia.

Purtroppo mio padre morì poco dopo, a solo qualche mese di distanza da mia madre. Nessuno seppe dirmi la causa del decesso, era sano come un pesce, ma dal mio punto di vista è stata proprio la morte di mia madre ad ucciderlo.
Con ancora la testa invasa da questi pensieri mi avvicino all'ingresso, dove un mio uomo abbassa il capo in segno di rispetto. Lo supero e mi dirigo nel mio ufficio, al piano superiore. Ogni mio club ha uno studio in cui concludo affari e risolvo i vari problemi.
Seduto alla scrivania trovo Andrew, il mio braccio destro nonché migliore amico. Uno dei pochi uomini a cui io tenga veramente, l'unico che possa chiamarmi per nome o a cui mostri un minimo di affetto.

-Ciao, Gabriel, finalmente sei arrivato. La questione è più seria del previsto.- dice, tenendo lo sguardo basso sul documento che sta leggendo.

-Che succede?- chiedo, già infastidito dalla forte musica che proviene dalle sale da ballo.

-Il bastardo non paga, la droga è in ritardo ed il trafficante è sparito nel nulla. Parliamo di tanti soldi.-

-Quanti?-

-Un intero carico, forse anche di più.-

Sbatto il pugno sulla scrivania e stringo così tanto il tavolo da farmi diventare le nocche bianche.