31) GABRIEL

15K 402 128
                                    

Ragazzina del cazzo, è solo una ragazzina del cazzo.

Mi sto ripetendo questa frase in testa da circa cinque ore, dal momento in cui mi sono chiuso quella maledetta porta alle spalle e sono andato via. Non credevo sarebbe stato così difficile, ma adesso, ripensando ai suoi occhi pieni di lacrime e dalla fretta con cui si è coperta il corpo, mi verrebbe da prendermi a schiaffi. Non voglio che si penta di quello che ha fatto con me, è stato bellissimo e deve pensarla così pure lei. Punto.

Ma dal modo in cui mi ha guardato e dalle sue iridi marroni che mi pregavano di restare, non sono molto sicuro che i suoi pensieri fossero questi. Mi sono costretto ad andare via perché è vero, è stato divertente, ma deve rimanere questo: un semplice divertimento.

Eppure c'è qualcosa che non va. Perché? Perché mi sento così un bastardo?

-Che c'è, Gabriel?- mi volto verso Andrew che mi fissa con un cipiglio in fronte, mentre sorseggia un bicchierino di whisky.

-Niente. Versamene uno anche a me.- sono nervoso, troppo nervoso e questo non va per niente bene.

Si sarà pentita? Mi starà maledicendo?

Devo cancellarmi dalla testa i suoi gemiti, devo cancellarmi dalla testa l'immagine di lei nuda sotto di me, del suo corpo tremante e bagnato per merito mio. Io devo...

-Gabriel.-

-Che cazzo vuoi, Andrew? Ti ho detto che sto bene. Dove cazzo è il mio whisky?-

-Tieni.- prendo il bicchiere che mi sta porgendo e lo ingoio in un solo sorso.

Cammino avanti e indietro per il mio ufficio e sono quasi tentato di lanciare le chiavi dalla finestra per non cedere alla tentazione di prendere la macchina e correre da lei.

-Te la sei scopata.- sentenzia dopo avermi fissato per qualche minuto in silenzio.

-No.-

-Sì, invece. Ed hai pure fatto il cretino, potevi portartene a letto altre mille.- il suo tono è quasi di rimprovero e il mio nervosismo non fa altro che aumentare.

-Lei non è come altre mille.- e mi accorgo di averlo urlato nel momento in cui mi fissa sorpreso.

-Lei ti piace.-

Una risata isterica abbandona le mie labbra e lo congedo con un cenno della mano.

-Cazzo, lei ti piace!- si alza in piedi ed un sorriso ebete si stampa in quella sua faccia da cazzo.

-Ma non dire assurdità, è stato solo divertimento.-

-Immagino, ed infatti è per questo che stai andando avanti e indietro come un coglione da quando sei arrivato. Ci manca poco dal vederti iniziare a strapparti i capelli.-

-Non esagerare, eh.- lo minaccio con la voce, ma lui mi conosce troppo bene per intimorirsi.

-Ammettilo, puoi ammetterlo con me.- fa un sorriso da chi la sa lunga ed in questo momento vorrei solo strozzarlo.

-Smettila, te lo dico per l'ultima volta.-

-Va bene, la smetto. Però ora che ti sei divertito tu, posso divertirmi pure io, no?-

Mi si forma un groppo in gola e lo guardo malissimo. -Non ci provare.- indurisco il tono della voce e lo guardo in modo che capisca che non stia scherzando. -Pensa a tuo figlio, invece.- e lo so che è un colpo basso, ma deve capire che non può avvicinarsi a ciò che è mio.

No, cazzo. Lei non è mia.

Però non la devono toccare lo stesso.

Alza le mani in segno di resa. -Ormai è sera, pensa a quanti la staranno guardando in questo momento appena al piano di sotto.-

Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora