Sono passati cinque giorni da quel pomeriggio. Cinque giorni da quando lui ha iniziato ad evitarmi e da quando io mi sento terribilmente sola e triste. Il medico è riuscito a convincere il presidente dell'ospedale a tenere Emy ricoverata ed adesso sono seduta al suo fianco, come ogni singolo pomeriggio di questi ultimi giorni.
Le stringo forte la mano e non faccio niente per fermare la lacrima che bagna la mia pelle e si va ad incorporare con il bianco delle sue lenzuola.
-Mi manchi così tanto, pulcino.- la mia voce trema, ma non riesco a controllarla.Il dottor Morozov ci ha detto che preferisce tenerla sedata, ma io davvero non riesco più a vederla senza sensi in questo letto. Aveva anche detto che la avrebbero svegliata, ma ancora non è successo e comincio a pensare che non sia solo per non affaticarla, ma che ci sia dietro qualcos'altro che però non mi vogliono dire.
-Sono successe parecchie cose in questi giorni...- le sfioro la mano e punto lo sguardo nel vuoto.
-È difficile senza di te ,ma sto cercando di non deluderti. Ci sto davvero provando, ma lui non c'è più per me e...- mi si annebbia la vista e tiro su col naso. -...non so cosa abbia fatto, ma ha preso le distanze e non mi vuole più.- una risata triste abbandona le mie labbra.-Zia crede mi abbia solo usata, ma io lo so che non è così. Lo so perché, sennò, non avrebbe fatto tutto quello che invece ha fatto per me. Magari ho sbagliato qualcosa...- mi agito e ripercorro mentalmente gli ultimi giorni. Mi rifiuto di pensare che per lui io sia stata solo un passatempo, il mio cuore non lo reggerebbe.
-O forse sì è solamente stancato.- abbasso gli occhi e sospiro.
-Non so cosa abbia fatto, Emy. Ma fa terribilmente male sentirlo così lontano. Mi stavo abituando alla sua presenza ed ero pronta a farlo entrare nella mia vita, nelle nostre vite.- sono costretta ad asciugare le troppe lacrime che mi bagnando gli occhi. -Lo sapevo che non sarebbe stato facile e che ci sarebbe voluto tempo, ma io ero pronta ad aspettarlo. Lo avrei atteso per tutto il tempo di cui lui avrebbe avuto bisogno.- sorrido triste e le sposto dietro l'orecchio una ciocca di capelli.
-Ma ormai non mi guarda neanche più negli occhi. Quando lavoriamo non lo vedo mai e, se invece per puro caso ci incontriamo, lui non mi rivolge nemmeno lo sguardo. Ogni volta che fa così sento un vuoto nel petto che non fa altro che ingrandirsi. Perché fa così male, Emy? Perché non riesco a farmi amare da nessuno? Perché tutti, prima o poi, si stancano di me?- prendo una pausa perché il nodo in gola non mi permette più di parlare. Le sistemo meglio la coperta e le accarezzo la fronte.
-Penso di meritarmi almeno una spiegazione, non trovi?- la guardo, come se fossi in attesa di una risposta, anche se so benissimo che probabilmente non mi stia nemmeno sentendo.
Guardo l'orologio e mi alzo in piedi accorgendomi del fatto che tra poco sarebbe iniziato il mio turno al Lux.
Do un bacio a mia sorella e le prometto che sarei tornata il giorno dopo, esco dalla porta e mi incammino verso il locale. Mi ritrovo a pensare, pensare a come comportarmi, a cosa dirgli o a cosa non dirgli. Il tempo passa così velocemente che non mi accorgo nemmeno di essere arrivata. Chiudo nell'armadietto la mia borsa e mi posiziono davanti allo specchio del bagno. Il mio riflesso fa concorrenza ad uno zombie: lo sguardo stanco e vuoto, le occhiaie e la carnagione pallida.Guardo il mio corpo racchiuso nella divisa del Lux e sospiro nel notare di aver perso qualche chilo: non sto mangiando come si deve da settimane e non ne sento nemmeno il bisogno.
La felpa non la sto indossando e non per ripicca, ma semplicemente perché per me rappresentava un segno di appartenenza che lui ha voluto spezzare.
Chissà se in questi giorni ha ripreso ad andare a letto con altre. Il solo pensiero mi fa contorcere lo stomaco e il cuore nello stesso momento, lo scaccio via e mi sciacquo il viso con dell'acqua. Esco dallo spogliatoio e mi addentro nella massa di persone che balla a ritmo sfrenato, la musica è ad un volume improponibile e la puzza di fumo mi fa storcere il naso.
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Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)
RomanceCristy ha diciotto anni quando si ritrova costretta a lavorare nel night club di Gabriel Ivokiv per pagare le cure alla sorella, malata di fibrosi cistica. Lei è una ragazza dolce e timida ed è per questo che attirerà subito l'attenzione del boss ma...