6) CRISTY

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Finisco di prepararmi con ancora il sorriso sulle labbra. Sorriso che, però, sparisce quando mi arriva la notifica sul cellulare che avvisa l'inserimento di un nuovo voto sul registro elettronico.

Quattro in letteratura.

La fortuna che speravo di avere nel non essere chiamata, non c'è stata.

Sbuffo rumorosamente, per poi chiudere con il lucchetto l'armadietto e dirigermi verso la porta.

Prendo posto dietro al bancone e mi guardo intorno alla ricerca del ragazzo dagli occhi verdi, che non vedo. Al suo posto, però, trovo Andrew che mi fissa con un'espressione dura. Si avvicina a me ed io, di conseguenza, mi innervosisco all'istante.

-Allora...Cristy, vero?-

Annuisco tenendo lo sguardo basso.

-Mi è giunta voce della bravata che hai fatto con il cliente che avevo detto di affidarti. Ti sembrano cose da fare?- mi canzona con dell' inquietante ironia nella voce.

Mi paralizzo all'istante e blocco l'azione che stavo compiendo, ossia lavare i bicchieri nel lavello.

-Non si fanno queste cose, soprattutto se l'ospite in questione è un importante socio in affari. Ho dovuto sborsare tanti soldi per lo scherzetto che hai fatto, nei sei consapevole?-

Deglutisco faticosamente e lo guardo appoggiarsi al bancone con il gomito.

Mi fa segno di avvicinarmi a lui con il dito e così mi sporgo leggermente nella sua direzione.

-Dovrai farti perdonare, sai?-

-Co-come?- balbetto.

-Beh...non hai mostrato a lui le tue magnifiche prestazioni fisiche, ma lo puoi fare a me. Sono sicuro che nascondi tante belle cose sotto quel vestitino.- dice, sogghignando in un modo tale da mettermi i brividi.

-Scordatelo.- riesco a dire in un moto di coraggio.

Si finge indignato per qualche secondo, ma poi il ghigno inquietante ritorna sul suo volto.

-Da quanto ricordo la tua sorellina è malata, vero?-

Credo di essere impallidita e questo viene confermato dall'espressione fiera che gli si dipinge in faccia.

-Ho c'entrato il punto, non è vero? Beh...sappi che se non farai come ti dico, la tua dolce sorella può scordarsi le cure ospedaliere. Sai quanto ci vuole ad uno come me per fare una cosa del genere?- fa finta di guardare l'orologio al suo polso e poi riporta l'attenzione a me. -Esattamente trenta secondi. Il tempo di una telefonata.-

Sento la pressione scendere a tal punto da sentirmi svenire. Mi appoggio con le mani al bancone per non perdere l'equilibrio e ritorno a guardarlo.

La cattiveria che vive nei suoi occhi mi destabilizza. Il lampo che gli illumina le pupille, nel vedermi così inerme, mi porta a pensare che questo ragazzo non abbia un cuore.

Apro bocca, ma non esce un suono. So bene cosa stia per succedere, ma prego il mio corpo di non abbandonarmi proprio ora.

Lo vedo squadrarmi, per poi farmi l'occhiolino.

-Prendilo come un onore e non come una imposizione. Sono sicuro che piacerà più a te che a me.-

Ritorna in posizione eretta e chiude il primo bottone della giacca elegante.

-Un'ultima cosa, biondina: non una parola con il Boss. Non sopporta questo genere di cose, ma sono sicura che non aprirai bocca se non vuoi che capiti qualcosa di spiacevole, vero?-

Annuisco spaventata, per poi vederlo sparire tra la gente.

Sento il rigetto di vomito inondarmi la gola e così riempio un bicchiere d'acqua per poi berlo tutto d'un fiato.

Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora