Sfioro i cento chilometri orari per tornare a casa, mentre cerco di eliminare il fastidiosissimo fastidio che sento dentro.
Mi era completamente passato di testa quello stupido accordo con l'arabo e quando Cristy ha accettato il nostro patto ero quasi...felice.
Non riesco neanche ad immaginare cosa sarebbe successo se quella stronza di Estreya non si fosse fiondata nel mio ufficio.
Un ringhio frustrato abbandona le mie labbra e mi ritrovo a pensare che non fosse mai successo nulla di simile con un'altra ragazza, ma giustifico subito questo mio comportamento con il fatto che lei non sia mai andata con qualcuno.
Sarà eccitante essere il primo. Adoro il modo in cui riesco a farla venire mentre sussurra il mio nome.Alla fine è solo attrazione fisica.
Sto quasi per parcheggiare quando il mio telefono inizia a vibrare.
Porto il cellulare all'orecchio, senza nemmeno controllare il mittente, immagino sia Andrew perché nessun altro oserebbe disturbarmi a quest'ora della notte.
-Ga-Gabriel..-
Sento una vocina spezzata chiamarmi e subito mi blocco sul sedile della mia auto.
-Cristy? Che è successo?- domando, riconoscendo la sua voce strozzata.
-Per favore, vieni.-
Sta cercando di trattenersi dal piangere e non mi chiedo nemmeno come abbia fatto ad avere il mio numero che mi immetto nuovamente in strada.
Nel giro di pochi minuti sono, di nuovo, davanti a casa sua e quello che vedo mi fa scattare qualcosa nel cervello: è rannicchiata sul portone d'ingresso e si tiene il viso tra le mani.
Comincio a camminarle velocemente incontro, per poi abbassarmi alla sua altezza e alzarle il viso con due dita.
Appena mi vede si getta tra le mie braccia, lasciandomi completamente paralizzato, ma poi le mie mani le circondano la schiena stringendola a me.
-Che è successo, piccolina?-
Comincia a parlare a raffica, in modo confusionario, e sono costretto a fermarla perché così non capisco niente.
-Respira, Cristy.-
Si asciuga le lacrime con la mano, per poi guardarmi con così tanto dolore negli occhi da farmi tremare.
-Mi ha chiamato il dottore che segue mia sorella, mi aveva detto che avrebbe chiamato gli assistenti sociali se non mi fossi fatta sentire la sera dopo...io...oddio io non ho..-
La vedo tremare disperatamente, mentre le lacrime bagnano la sua pelle liscia e morbida.
-Io non so cosa fare... me la porteranno via così...io non posso vivere senza di lei.-
Vederla così mi fa uno strano effetto, tanto strano.
-Ti prego, aiutami.- la disperazione della sua voce mi porta a stringerla ancora tra le mie braccia.
-Cosa ti ha detto?-
-Che domani gli assistenti sociali verranno a casa nostra per vedere cosa fare. Mia zia non risponde, Gabriel, non ho la più pallida idea di dove sia quella stronza.-
La sento singhiozzare tra le mie braccia e, quando scoppia nuovamente a piangere, una rabbia cieca nasce nei confronti di quel dottorino del cazzo che aveva promesso mi avrebbe tenuto informato.
-Entra in casa. Devo fare una telefonata.-
La vedo alzare la testa nella mia direzione, per poi annuire.
Aspetto che la porta si chiuda e avvio la chiamata.
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Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)
RomanceCristy ha diciotto anni quando si ritrova costretta a lavorare nel night club di Gabriel Ivokiv per pagare le cure alla sorella, malata di fibrosi cistica. Lei è una ragazza dolce e timida ed è per questo che attirerà subito l'attenzione del boss ma...