Una benda legata attorno al mio viso non mi permette di vedere cosa stia capitando in questo momento. Sono chiusa nel retro di un furgone che sta sfrecciando ad una velocità elevata in qualche strada a me sconosciuta.
La paura mi sta facendo tremare le ossa e i miei sensi sono in piena allerta.
Sono privata della vista, è vero, ma sto cercando di usare l'udito e il tatto per cercare di capire dove mi stiano portando.Se mi chiedessero di ricostruire quello che è accaduto più o meno mezz'ora fa, non saprei rispondere. È successo tutto così velocemente che, lo shock, è ancora padrone del mio corpo.
Ricordo solo il rumore della porta che veniva sfondata e due uomini che si sono precipitati nella stanza.
In un attimo mi sono ritrovata legata e la flebo mi è stata strappata dal braccio.
Ho provato ad urlare, ma uno dei ragazzi mi ha portato una mano davanti alla bocca e presa in spalla per portarmi fuori.Le infermiere erano terrorizzate e spiaccicate contro le pareti, mentre la dottoressa di turno aveva una profonda ferita alla testa.
Mi sono girata verso le guardie che avevano il compito di sorvegliare la mia camera, ma sono rimasta completamente scioccata nel vedere le loro gole tagliate ed un lago di sangue espandersi attorno ai loro corpi.
Gli occhi mi si sono offuscati dalle lacrime e la paura ha cominciato a prendersi beffe del mio corpo dal momento in cui ho capito che niente mi avrebbe potuto aiutare.Sono stata sbattuta nel retro di un furgone e l'ultima cosa che ho visto è stato il ghigno malefico di Estreya che rideva compiaciuta dell'evidente terrore all'interno dei miei occhi.
Poi mi hanno bendato ed io ho cercato di rannicchiarmi in uno degli angoli del veicolo, cercando di calmare i battiti impazziti del mio cuore.
Il pianale del furgone è sudicio e l'umidità all'interno dell'ambiente non mi permette di respirare a dovere.
Prendo dei respiri profondi, ma il macigno presente all'interno del mio petto mi blocca i polmoni.I polsi bruciano, stretti all'interno di una spessa corda, e il mio piccolo corpo è invaso da brividi e spasmi.
I capelli sono appiccicati sul mio viso inumidito dalle lacrime e la vestaglia ospedaliere che indosso, non mi protegge per nulla dal freddo pungente dell'inverno russo.Cerco di trattenere i singhiozzi che premono per uscire e cerco di distrarmi, estraniandomi dalla realtà, come quando facevo nelle notti in cui il dolore per la morte dei miei genitori faceva di tutto per farmi crollare.
Il veicolo rallenta fino a fermarsi qualche minuto dopo ed io sussulto, spaventata da quello che potrebbero farmi.
Sento la porta del furgone aprirsi e delle mani toccare il mio corpo, spingendomi verso l'aria gelida che proviene da fuori.
Uno di loro ride, mentre mi spinge a camminare a piedi nudi in un terreno fangoso per poi bloccarmi non appena sento delle piastrelle sotto i piedi.Il rumore di un mazzo di chiavi mi fa intendere che mi stiano per portare all'interno di qualche edificio e uno spintone secco mi costringe ad entrare.
Tendo le orecchie per captare anche il più piccolo indizio riguardante il posto in cui mi trovi, ma non sento assolutamente niente di utile.
Il freddo è talmente agghiacciante da farmi tremare e sono costretta a stringermi su me stessa per evitare di entrare in ipotermia.Poi una voce roca e bassa mi fa letteralmente tremare.
-Buonanotte, Cristy Ivanov.- e non riesco a fare nulla per impedire al tipo di spiaccicarmi in faccia un panno imbevuto di chissà quale sostanza.
Provo a dimenarmi, ma le forze iniziano a mancare e le mie gambe a cedere. La paura è folle, ma ormai non ho più il controllo del mio corpo che cade a terra completamente inerme.***
Un mal di testa allucinante mi costringe a strizzare gli occhi e, quando provo ad aprirli piano, sono costretta a richiuderli subito dopo per la stilettata di dolore.
Prendo un respiro profondo e provo un'altra volta a socchiuderli, cercando di abituarmi alla luce accecante di una lampada puntata sul mio viso.
Provo a mettere a fuoco l'ambiente in cui mi trovo, ma mi agito all'istante nel momento in cui capisco di essere immobilizzata su una sedia al centro di una stanza.
I miei polsi sono legati dietro la mia schiena sullo schienale e le mie caviglie sono invece costrette alle gambe della sedia.
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Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)
RomanceCristy ha diciotto anni quando si ritrova costretta a lavorare nel night club di Gabriel Ivokiv per pagare le cure alla sorella, malata di fibrosi cistica. Lei è una ragazza dolce e timida ed è per questo che attirerà subito l'attenzione del boss ma...