Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)

7) GABRIEL

Parcheggio l'auto nel garage del mio attico e prendo l'ascensore per raggiungere l'ultimo piano. Estraggo il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni e prendo la tessera magnetica per aprire la porta. L'appartamento è immerso nel buio, ma la luce che entra dall'enorme vetrata illumina il divano in pelle all'angolo della stanza. Non ho mai voluto avere dei domestici, odio pensare che qualcuno giri per casa mia avendo libero accesso a curiosare in mia assenza. Preferisco gestire l'appartamento da solo, che poi, ad essere sincero, fa già tutto in autonomia, essendo automatizzato e all'avanguardia.

Nel momento in cui richiudo la porta alle mi spalle, il computer accende la luce del soggiorno che si illumina di una luce gialla molto accogliente.

Sfilo il cappotto e lo appoggio allo schienale del divano, per poi recarmi in cucina. Apro il frigorifero e prendo una birra bella fresca. Decido poi di andare nel mio ufficio e sedermi alla scrivania, avvio il mio Mac e controllo le email ricevute durante il giorno. Una delle ultime è da parte di Andrew ed aprendola capisco si tratti del fascicolo della ragazzina. Scopro così che, oltre a piacerle la Nutella, sia nata a San Pietroburgo e che, dopo la tragica morte dei genitori in un incidente stradale di cui lei è stata l'unica superstite, sia stata adottata insieme alla sorella minore dalla zia. Una donna di successo molto spesso in viaggio per lavoro. La sorella, Emy, è malata di fibrosi cistica da circa un anno. La malattia non è ancora in stato avanzato e questo le permette di poter vivere tuttora a casa. Leggo tante altre informazioni che mi portano a presupporre che lavori al Lux semplicemente per portare avanti gli studi, proprio come mi aveva detto, e, nel frattempo, prendersi cura delle spese a carico della sorella. Cosa che le fa molto onore. Cerco su internet la notizia dell'incidente dei suoi genitori, avvenuto pochi anni prima. All'epoca Cristy aveva quindici anni ed era seduta nei sedili posteriori. Sembra che, per qualche ragione ancora sconosciuta, il conducente abbia perso il controllo del veicolo e che quest'ultimo si sia schiantato sul tronco di un albero. Il padre morì sul colpo, mentre la madre mancò in ospedale la stessa notte. Cristy ne uscì con una commozione celebrale ed un braccio rotto, ma si rimise senza problemi nei mesi seguenti. La sorella, invece, risultava essere a casa di un'amica.

Leggo l'intero articolo con attenzione, ma non c'è nessuna informazione sulla possibile causa dello sbandamento, cosa che, essendo molto insolita, mi stranisce non poco. Mi tiro indietro e mi appoggio allo schienale della sedia, il mio occhio cade sul mio telefono appoggiato al tavolo ed una strana idea mi balza in testa. Così, senza pensarci due volte, cerco il numero del reparto pediatrico di Mosca ed avvio la chiamata. 

-Buonasera, come posso aiutarla?- mi risponde una giovane voce femminile, probabilmente appartenente ad una infermiera.

-Buonasera, vorrei porre qualche domanda riguardo una paziente.-

-Ha avuto accesso al pronto soccorso in serata?-

-No, è una ragazza che immagino abbiate in cura.-

-Mi dispiace, signore, ma non posso dare informazioni riservate. Provi a chiamare domani mattina in ufficio. Buona ser..-

Non la lascio finire e, sbuffando, rivelo la mia identità. -Sono Gabriel Ivokiv.-

La ragazza si ammutolisce per qualche secondo e poi, con voce tremante, mi informa del fatto che mi avrebbe passato a breve il primo dottore disponibile.

Sorrido soddisfatto e mi alzo per versarmi un bicchiere di scotch, la birra non mi ha soddisfatto per niente.

Mi risiedo alla scrivania nell'esatto momento in cui un uomo comincia a parlare.

-Buona sera, signor Ivokiv, sono il dottor Morozov, come posso esserle utile?-

-Salve, dottore, vorrei chiedere alcune informazioni su quella che credo sia una vostra paziente.-