Come può esser stato così cattivo? Il ghigno malefico e soddisfatto che gli contorna le labbra mi mette i brividi ed adesso provo quasi fastidio ad avere le sue mani sul mio corpo. Mi divincolo dalla sua presa e compio qualche passo indietro.
-Che cazzo hai?- mi fissa accigliato.
-Farai così anche con me, vero? Mi userai fin quando lo vorrai e poi mi butterai via come spazzatura.- la mia voce esce tremante, ma questa consapevolezza sta facendo molto più male del previsto. Una voragine mi si sta aprendo nel petto e sento che potrei cadere da un momento all'altro. Sento le ginocchia cedere e Gabriel è costretto a sorreggermi, ma adesso la sua vicinanza mi disgusta. -Non toccarmi.- dev'essere uscita più come una richiesta che come un ordine, perché continua a circondarmi i fianchi con il braccio. -Ho detto che non mi devi toccare.- questa volta lo strillo e lui si allontana facendo qualche passo indietro.
-Ma che ti prende?-
Un dolore lancinante al cuore mi fa contorcere su me stessa ed un lampo di preoccupazione sembra attraversargli gli occhi. Ma so che sia impossibile, per lui non sono altro che un qualcosa da usare a suo piacimento.
-Io...io non posso farlo. Mi dispiace...- lo sussurro, ma avrei voluto urlarlo.
-Ma di cosa stai parlando? Cristy...- prova ad avvicinarsi, ma io striscio a destra e mi allontano il più possibile da lui.
Non ora, Gabriel. Ho bisogni di tempo, ho bisogno di ritrovare me stessa, perché, se non lo faccio, rischio di perdermi per sempre. Ho bisogno di ricucire il mio cuore che, ormai troppe volte, è stato strappato in più parti. Pensavo che avresti potuto aiutarmi a farlo, ma invece sei stato l'ennesimo coltello che mi ha trapassata.Cerco di mostrarmi forte, recuperare i miei pezzi e non far scendere neppure una lacrima sul mio viso. Ne sono scese fin troppe. Cerco, con gli occhi, la porta e mi ci fiondo contro per poi aprirla e scendere velocemente le scale. La voce di Gabriel mi richiama, ma non mi volto nemmeno. Esco dal locale e comincio a correre, le mie gambe si muovono incontrollate ed il dolore si amplifica man mano che mi allontano da lui. Non so perché faccia così male, ma è un dolore diverso rispetto a quello che ho provato per i miei genitori o per mia sorella. È un tipo di dolore nuovo, che non so riconoscere. L'aria gelida dell'inverno russo si scontra con la mia pelle nuda e brividi di freddo mi invadono il corpo. Solo ora mi ricordo di indossare solamente l'uniforme del Lux ed essere praticamente senza vestiti per i vicoli di Mosca. Dei fischi giungono alle mie orecchie e mi costringo a correre ancora più veloce. Prendo la chiave di scorta, nascosta nel vaso di fiori, ed apro la porta di casa, per poi richiuderla dietro le mie spalle. Crollo al pavimento e mi porto le ginocchia al petto. Scoppio in un pianto incontrollato, le mie spalle sussultano ed i singhiozzi mi impediscono di respirare regolarmente. Provo a tenermi stretta in modo da non rompermi completamente, ma fa tutto troppo male.
Due piccole braccine mi circondano e mi abbracciano forte, alzo il viso e l'espressione preoccupata di Emy è l'ennesima sberla in faccia. Non avrei mai voluto che mi vedesse in questo modo, ma il mio corpo sembra un fiume in piena. Nascondo il viso nell'incavo del suo collo e continuo a versare lacrime.
-Shhhh, va tutto bene. Sistemeremo tutto.- la sua vocina prova a tranquillizzarmi, ma il dolore, che in tutti questi anni mi sono tenuta dentro, non sembra voler arrestare la sua corsa. Mi sento completamente vuota.
-Cosa è successo, Cristy?- la sua piccola mano mi accarezza i capelli ed un dolce bacio viene lasciato sopra quest'ultimi.
-Niente, piccola. Adesso andiamo a dormire.- ci alziamo e camminiamo verso il piano di sopra. -Posso dormire insieme a te?- le chiedo ed in questo momento mi sembra quasi di esser ritornata bambina, quando andavo a dormire nel lettone di mamma e papà perché aveva paura dei mostri. Mi sorride dolcemente, per poi annuire. Infilo una maglietta enorme e mi stendo nel letto, aspettando mia sorella che probabilmente è andata in bagno. Chiudo gli occhi e sospiro pesantemente, ma il suono del campanello mi fa sussultare. Butto l'occhio sul grande orologio appeso alla parete che segna le undici di notte e mi acciglio chiedendomi chi mai possa essere.
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Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)
RomanceCristy ha diciotto anni quando si ritrova costretta a lavorare nel night club di Gabriel Ivokiv per pagare le cure alla sorella, malata di fibrosi cistica. Lei è una ragazza dolce e timida ed è per questo che attirerà subito l'attenzione del boss ma...