Vedere Cristy piangere ed incolparsi in quel modo, per qualcosa di cui lei non abbia colpa, mi ha fatto sentire strano. Non so come spiegare questa cosa, ma avrei tanto voluto estirpare da quel suo piccolo corpicino tutta la sofferenza ed i sensi di colpa con cui, ormai, convive da troppo tempo. Sentire le sue manine che si aggrappavano a me e che mi tenevano stretto a lei, ha riacceso in me delle cose che davo per morte da, ormai, troppo tempo. Non so cosa abbia provato, ma mi è piaciuto sentirmi importante per lei. Mi è piaciuto essere la sua ancora in quel momento e non ho ragionato sul cosa questo voglia significare. E non voglio nemmeno farlo.
Poi, però, mi ritrovo a pensare al fatto che, seppur diversamente, la storia mia e di Cristy si assomiglino. Entrambi abbiamo sofferto per la morte dei nostri genitori ed entrambi ci portiamo, sulle spalle, i nostri pesi: lei una sorella malata, io un impero da portar avanti.
Sono le uniche cose che i nostri genitori ci abbiano lasciato, le più importanti per noi.
Lei si sente sola.
Io pure.
E per una frazione di secondo, una soltanto, mi ritrovo a sorridere al pensiero che potremmo farci compagnia a vicenda.
Mi tiro uno schiaffo mentale per i miei stessi pensieri e mi prendo una birra dal frigo.
Questo non potrà mai succedere, siamo troppo diversi: io non appartengo al suo mondo e tantomeno lei al mio.
Lei è una ragazza dolce, solare, e che merita, un giorno, di avere al suo fianco un uomo degno di lei, che la faccia sorridere e divertire.
Ma al solo pensiero di vedere un altro che la abbraccia o che la consola, mi viene voglia di spaccare questa dannata bottiglia contro il muro.
Mi tiro un altro schiaffo mentale. È ovvio che andrà così.
Un giorno capirà di meritarsi di più e che io non potrò mai darle quello che vuole e allora se ne andrà.
Spero, però, che capiti il più tardi possibile.
Anche se mi rode ammetterlo, mi piace passare del tempo con lei. Forse perché adoro infastidirla o vederla arrossire per un qualche mio commento stupido.
Cristy, vista da fuori, può sembrare una donna molto forte e che ne ha passate di tutti i colori, ed è così, ma, in realtà, nasconde ancora in lei una bambina che è dovuta crescere troppo in fretta.
Ha solo diciotto anni e, invece di uscire con le amiche a divertirsi, è costretta a lavorare per pagare cure che non dovrebbero neppure ricadere sulle sue spalle.
Non ho ben capito il motivo per il quale non abbia una assicurazione, probabilmente è perché, purtroppo, sia molto costosa e la gente preferisce non averla e pagare le cure in caso di bisogno, piuttosto che sostenere un costo elevato fisso ogni mese senza, magari, la necessità di usarla.
La situazione di Emy, ovviamente, è diversa, ma la malattia le è stata diagnosticata dopo la morte dei genitori, quindi non hanno nemmeno avuto il tempo di organizzarsi.
Mi tornano in mente le sue piccole labbra rosa dal sapore di lampone e penso che avrei potuto baciarla un'ultima volta prima di farla scendere dalla macchina.
Ecco che mi tiro il terzo schiaffo mentale. Rischio di diventare stupido, se continuo così.
Ma che mi salta in mente? Baciare una ragazza?
Gabriel Ivokiv non bacia le ragazze. Gabriel Ivokiv se le scopa.
Eppure, con lei, ancora non è successo e non ne capisco il motivo. Avrei già potuto farlo ed invece mi sono fermato.
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Mi hai stravolto la vita (Mafia romance)
RomansaCristy ha diciotto anni quando si ritrova costretta a lavorare nel night club di Gabriel Ivokiv per pagare le cure alla sorella, malata di fibrosi cistica. Lei è una ragazza dolce e timida ed è per questo che attirerà subito l'attenzione del boss ma...