6. I Hate Everything About You

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e le fiamme in fondo
alle tue pupille nere

«La blanche, l'ambrata e la rossa al lampone.» Posai le tre birre sul tavolo e alzai lo sguardo sulle tre ragazze sedute al tavolo del MaiALetto, posando lo scontrino tra le loro bevande. «Sono diciotto.»

Aspettai che le clienti racimolassero i soldi per saldare il conto, diedi loro il resto e m'infilai i contanti nel grembiule. Mi voltai per portare il pagamento in cassa, quando notai un ragazzo in fondo alla sala alzare un braccio per attirare la mia attenzione.

Lanciai un'occhiata al bancone del bar. I tavoli erano quasi tutti pieni e diversi clienti si erano fermati al bancone a prendere da bere. Cris era impegnato a miscelare drink, Nara era occupata in cassa e Carlo si era improvvisato barista, mettendosi a spillare birre.

Mi avvicinai al tavolo. Era in un angolo tranquillo, un po' in ombra, in fondo alla sala. «Ciao, devi ordinare?» chiesi, sfoggiando un sorriso poco convinto. Avrei preferito nuotare nuda in una vasca di anguille che stare lì a lavorare tra la gente ubriaca, ma era la mia unica fonte di entrate e dovevo almeno fingere di essere gentile con i clienti.

«Posso chiederti, per favore, due birre rosse e due shot di vodka?» domandò il ragazzo. L'amico, seduto di fronte a lui, aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma annuì.

«Certo, arrivano subito.»

Non appena mi allontanai, i ragazzi si alzarono e uscirono dal locale.

Lo trovai scortese, ma forse dovevano solo uscire a fumare, in attesa dei loro drink.

Mi feci spazio tra il piccolo capannello di gente e posai il vassoio sull'unico punto libero del bancone. Chiesi a Carlo di prepararmi l'ordine dei due ragazzi, così da poter aiutare subito i miei colleghi. Magari sarei riuscita a far alzare qualcuno per far sedere i nuovi clienti e liberarli un po' dalla calca.

Carlo mi passò le due rosse e i bicchierini di vodka, posizionai tutto sul vassoio e m'incamminai verso il tavolo.

I bicchieri traballarono e fui costretta a rallentare il passo, lo sguardo fisso sui drink per evitare di rovesciare tutto a terra o, peggio, addosso a me. Con la coda dell'occhio notai che al tavolo dov'ero diretta c'era solo una figura, ma non mi stupii: forse l'amico non aveva ancora finito di fumare o era andato al bagno.

A pochi passi dal cliente, alzai lo sguardo verso di lui e mi bloccai di colpo.

Il cuore mi balzò in gola, lo stomaco mi sprofondò e sentii le viscere annodarsi dalla tensione. Per poco non caddi a terra con tutto il vassoio.

«Ciao, Dori» mi salutò Greg.

Lo fissai paralizzata, il respiro e le parole bloccate in gola. Il battito furioso del mio cuore sembrava sovrastare la confusione del locale. «Che ci fai qui?» sibilai sconcertata.

«Possiamo parlare?» chiese lui in risposta. I suoi occhi grigi piantati nei miei mi fecero tremare le ginocchia e il cuore.

Avevo pensato a lui per tutto questo tempo, pensato a quanto lo odiassi e a quanto mi mancassero le sue labbra sulle mie, ma vederlo davanti a me era tutt'altra cosa. Il mio cervello sembrava essersi congelato, così come tutto il mio corpo. Dentro di me insorgeva una battaglia tra il desiderio di ucciderlo a mani nude e quello di salirgli sulle gambe e schiantare la mia bocca sulla sua.

Com'era possibile che il mio rapitore, il mio aguzzino, mi fosse mancato in quel modo? Cos'avevo che non andava?

«Cosa vuoi?» sbottai, cercando di mascherare i miei sentimenti con la rabbia. Posai il vassoio al suo tavolo che ci separava, resistendo all'impulso di lanciarglielo in testa e scappare.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora