21. Before I forget

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desiderosa di verità,
semini vendetta.

    

    

«Dobbiamo farlo oggi» sussurrai.

Il bambino dagli occhi grigi mi guardò con la fronte corrucciata. «Ho paura.»

«Anche io, ma dobbiamo farlo.»

Lanciai un'occhiata ai bambini seduti nella fila di banchi alla mia destra. Cristian, Nagu, Gonnie e Nara annuirono. Greggy si alzò e, silenzioso, si avvicinò di soppiatto alle spalle della maestra, che era impegnata a leggere il quaderno di uno dei bambini in prima fila. Le toccò il braccio e la donna si voltò a guardarlo confusa.

«Sei tanto stanca, vuoi dormire.»

La donna batté gli occhi e barcollò verso la cattedra, trascinandosi il bambino dietro. «Vuoi dormire adesso.»

«Voglio dormire» confermò la donna con voce monotona. Si sedette e abbandonò la testa sul tavolo, quasi svenuta.

Mi alzai in piedi e guardai la classe, un sorriso malvagio che m'increspava le labbra. «Distruggiamo tutto.»

Nara alzò di scatto un braccio, lo allungò contro la parete e dalla sua mano uscì una sfera di fuoco azzurro. La cartina geografica appesa al muro andò in fiamme. Cristian mandò all'aria tutti i banchi e le sedie con un gesto della mano.

Marciai fuori dalla porta, che spalancai solo guardandola. Greg mi prese per mano e mi seguì in corridoio. L'aria era tesa, densa, elettrica. Eravamo a comando, per una volta.

Mi fermai davanti alla porta in legno massiccio con una targa dorata e il nome il dottore, il capo dell'istituto, la mente dietro le nostre torture barbariche. La sfondai con un cenno la testa.

Purtroppo, l'ufficio era vuoto. Mi sarebbe davvero piaciuto torturarlo.

Ispirai dal naso e allargai le braccia, raccogliendo tutta l'aria della stanza, caricando la mia energia dal centro del petto. Scaricai l'onda d'urto, ringhiando. Greg si mise alle mie spalle, ma il mio potere non l'avrebbe toccato neanche per errore. Era al sicuro con me. I libri crollarono giù dagli scaffali, l'archivio di documenti si sparse a terra.

Ero furia.

Ero distruzione.

Qualcosa dentro di me esplose e la stanza prese fuoco. Le fiamme si alzarono dai fogli a terra, raggiunsero la scrivania di legno, la libreria. Consumavano ogni cosa, radevano al suolo tutto ciò che incontravano. Erano bellissime.

Greg mi diede uno scossone. «Dori» mi gridò all'orecchio. «Andiamocene!»

Mi riscossi e corsi fuori dalla stanza. Dalle scale arrivò un'orda di infermieri, che si lanciò a catturare i bambini ormai sparsi fuori dalla classe. Fogli, quaderni, mappe, volavano in aria mezze bruciacchiate. Dal bagno uscì un'ondata d'acqua, qualcuno doveva aver fatto esplodere, di nuovo, le tubature.

Dal fondo del corridoio tuonò la voce del dottore. «Prendeteli!»

Corsi più veloce, ma quando mi voltai indietro non vidi più il bambino dagli occhi grigi. Dovevamo esserci separati nel marasma. Passi e voci concitate erano sempre più vicine, così mi infilai nello sgabuzzino. Da sola non avrei potuto fermarli, avremmo dovuto unire le forze, ma eravamo solo bambini.

Chiusi la porta alle mie spalle e avanzi a tentoni. Inciampai contro a un secchio e mi aggrappai a uno scaffale che puzzava di prodotti chimici. Mi accucciai dietro a una pila di scatoloni, rannicchiandomi su me stessa, con il cuore che batteva feroce per la paura del buio di quello stanzino e di quello che mi avrebbe aspettato fuori.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora