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TW: violenza, sangue, omicidio, suicidio


Confuso e adirato
sono il tuo Dio,

Una vertigine mi colpì così forte che pensai di svenire. Se non fossi stata seduta, probabilmente sarei crollata a terra. Il cuore mi scoppiò nel petto, i battiti echeggiavano come tamburi di guerra nelle mie orecchie e sentivo la testa leggera, sospesa in una tempesta di pensieri.

Greg era venuto a prendermi, più in fretta del previsto. Come aveva fatto a trovarmi? Come sarei riuscita a scappare di nuovo da lui? Era lì, in carne e ossa, con tutta la sua forza sovraumana, la sua rabbia e i suoi poteri.

Poi realizzai: i miei amici erano in pericolo.

Mi avevano accudita, ospitata, fatto diventare parte della loro famiglia, ma avrebbero rischiato le loro vite per me? Mi avrebbero consegnato tra le mani del mio aguzzino? Come potevo chiedere loro di proteggermi, quando li conoscevo da così poco? Eppure, da sola non ce l'avrei mai fatta contro Greg.

Il mio cuore batteva veloce, scandiva i secondi, dava il ritmo alle mie preghiere come un canto di battaglia.

Avevo bisogno di loro, ma potevo fidarmi?

Fidarmi poteva essere la mia salvezza, ma poteva anche essere la mia condanna.

Lo sguardo di Miriam saettò preoccupato da me a Milo. Non avevo dubbi che, se le cose si fossero messe male, avrebbe cercato di salvare suo fratello, anche se questo avrebbe significato consegnarmi al mio assassino. Non potevo biasimarla, Milo era sangue del suo sangue, io solo una sconosciuta raccattata per strada.

Carlo impugnò il coltello, gli occhi furenti fissi sul corridoio. Una posata non avrebbe di certo fermato Greg, ma il suo era un atto di sfida. Non avrebbe permesso al mio aguzzino di rimettermi le mani addosso. Mi avrebbe difesa, anche se mi conosceva appena e non mi doveva nulla.

Quello che stavo chiedendo loro era folle, ma dentro di me sapevo che mi avrebbero aiutata. Lo avevano fatto quando mi ero presentata a casa loro, non mi avrebbero abbandonata proprio in quel momento. Lo speravo, almeno.

Dovevo fidarmi, di loro e di me stessa.

Avrei difeso la mia vita e la mia libertà fino all'ultimo respiro, non avrei lasciato che il mio carceriere mi riportasse nella sua prigione, non sarei stata parte del suo piano di vendetta, ma soprattutto avrei difeso con le unghie e con i denti quelle persone che mi avevano accolta come una di loro.

Un botto, seguito dal grido di Fil, ci fece sussultare.

Greg aveva sfondato la porta.

Balzai in piedi e Carlo mi afferrò un braccio per fermarmi. Mi strattonò facendomi scudo con il proprio corpo. Prima che potessi ribellarmi, i miei occhi incontrarono quelli neri di Greg. Il suo ghigno sadico e malvagio mi fece raggelare il sangue nelle vene. I ricci scuri gli spuntavano da sotto il berretto di lana, aveva le maniche della felpa grigia arrotolate fino al gomito e i tatuaggi sembrano ombre spettrali, rune che nascondevano incantesimi pronti a scagliarsi contro di noi.

Si avvicinò. Teneva Filippo per il collo, una mano a strattonargli i capelli all'indietro, l'altra a bloccargli il respiro.

Tutto il mio coraggio evaporò all'instante, lasciandomi sola con un groviglio di rabbia e sconforto. Qualcosa di maligno e sbagliato come un tumore, mi s'impiantò nel petto. Un sentimento nocivo di mancanza e sollievo nel rivedere il mio carceriere mi congelò per un attimo. Respirai a fatica, bloccata dalla confusione di tutto quello che provavo davanti a Greg.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora