32. Psychosocial

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TW: aggressione, sangue, omicidio

      

Senza più fiato
ti verrò a prendere

    

Milo era pallido, più pallido del solito. Il suo sguardo non era terrorizzato, come avrei immaginato, era invece vacuo e sinistro. Temevo che Greg si fosse già infilato nella sua testa e avesse riempito i suoi pensieri con idee macabre.

I miei occhi incontrarono quelli del mio aguzzino. Erano due specchi neri di pura malvagità e sadismo. Una vena gonfia gli pulsava sul collo, mentre stringeva il ragazzo per una spalla. Doveva essere strafatto di Thanatex, con la sua forza sovraumana, velocità e guarigione accelerata, non avevamo speranze di sconfiggerlo.

Eppure, in tutta la sua crudeltà lo trovavo ancora bellissimo: un angelo demoniaco venuto a condannarmi all'inferno e portarmi con sé per l'eternità. Una parte di me voleva corrergli incontro, stringersi tra le sue braccia assassine e chiedere perdono, promettergli di non abbandonarlo mai più. L'altra parte di me lo odiava tanto da desiderare di vederlo bruciare e soffrire, come lui aveva fatto soffrire me e i miei amici. Lo stomaco mi si contorse. I miei sentimenti per il mio rapitore erano così complessi, sfaccettati e malati che non mi era possibile definirli. Non sapevo spiegare l'attaccamento tossico che provavo verso di lui, se fosse nato durante la mia prigionia, o per il trauma condiviso insieme nell'orfanotrofio.

Quello, però, non era il momento di lasciarmi andare alle emozioni, dovevo pensare a salvare i miei amici e tenermi stretta la mia libertà.

La portiera dell'auto sportiva arancione si aprì all'improvviso, ne uscì Seba con la sua solita espressione divertita e strafottente stampata in faccia. Quando il suo sguardo si piantò su di me, assottigliò gli occhi con furia, doveva essere incazzato con me per averlo lanciato contro una libreria.

Ops.

Perlomeno sembrava essersi del tutto ripreso dall'incidente.

«Lascialo andare!» gridò Miriam. «Lui non centra niente, se vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con me!»

Il sorriso di Greg si allargò. «Come desideri.»

Si chinò sull'orecchio di Milo e sussurrò qualcosa, era troppo lontano perché potessimo sentirlo.

«NO!» urlai. Avrebbe fatto a Milo quello che aveva fatto a Fil. Lo avrebbe manipolato per farci del male, ucciderci forse, mandandolo in una missione suicida.

Sentii le dita pizzicare, ma qualcosa dentro di me era bloccato. Non sapevo dove raggiungere i miei poteri, non sapevo come appellarmi ad essi, come usare quelle mie dannate abilità. Proprio in quel momento in cui ci sarebbero servite.

Carlo alzò il fucile e lo puntò su Greg. «Fermati o ti sparo, stronzo!»

Il mio aguzzino scoppiò a ridere e spinse Milo in avanti.

Il ragazzo inciampò sui propri passi e si impiantò, lo sguardo fisso sulla sorella. «Miri?» piagnucolò.

Miriam fece un passo verso il fratello e sentii lo stomaco stringersi in una morsa. Stava per succedere qualcosa di brutto, lo sentivo, conoscevo Greg, ma non sapevo fin dove la sua malvagità si sarebbe spinta.

Il mio aguzzino scoprì i denti, squadrando la ragazza con rabbia. «Sono molto deluso, biondina.» Sbuffò furioso. «Non hai risposto ai miei messaggi e, da quanto vedo, cerchi ancora di proteggere la mia Dori.»

Miriam si fermò a fissarlo. «Non rispondo alle minacce» annunciò, poi tornò a marciare verso il fratello.

«Miriam!» la chiamò Carlo, ma era troppo tardi. Miriam aveva raggiunto Milo e lo stava stringendo un abbraccio. Forse mi ero sbagliata, forse Greg non era così perfido da trasformare un ragazzino in una bestia omicida.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora