9. Got the Life

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perché sono il tuo cancro
la tua nemesi

      

     

Il Rosso era seduto alla scrivania. Alle sue spalle, la città era coperta da una coltre scura di nubi violacee. La vetrata tremava leggermente a ogni scarica di tuoni, rigata da una pioggia fitta e violenta. Sembrava rinforzata, non si sarebbe rotta per così poco. Una serie di fulmini si scagliò su alcuni edifici lontani, l'ultimo sembrò atterrare non troppo distante dal palazzo dove si trovava il laboratorio.

La tempesta non sembrava disturbare il Rosso. Stava controllando un dispositivo cilindrico, un prototipo forse. Assomigliava a un'antenna radio in miniatura, o forse il telecomando di un esplosivo, non avevo idea di cosa fosse. Se lo rigirò fra le mani, pensieroso, poi lo posò sulla superficie lucida di legno scuro. Aprì il primo cassetto alla destra della scrivania, ne estrasse una custodia a libro in velluto rossa. Fece scorrere la cerniera e la posò aperta davanti a sé. Conteneva tre fiale di denso liquido vermiglio da un lato, dall'altro tre siringhe sterili.

L'uomo si sfilò il camice bianco e arrotolò fino al bicipite la manica della camicia azzurra che indossava. Con un laccio elastico, fermò la circolazione appena sopra l'incavo del gomito. Si leccò le labbra, eccitato. Riempì una siringa con quella strana sostanza purpurea e se la iniettò in vena, nello stesso punto dove già presente un piccolo livido rossastro.

Chiuse gli occhi, godendosi la sensazione della droga che gli scorreva nelle vene, che lo rendeva potente. Con un guizzo del bicipite il laccio emostatico saltò via, strinse la mano intorno alla siringa vuota e questa si sbriciolò fino a diventare sabbia. Le labbra gli si incurvarono in un ghigno compiaciuto, l'accenno di un'erezione gli gonfiava i pantaloni.

Quando sollevò le palpebre, le sue iridi erano nere come il fondo di un pozzo, il bianco dell'occhio non si vedeva più. Nel suo sguardo malvagio regnava solo il buio più profondo.

Allungò una mano e il prototipo si librò in aria, atterrandogli sui palmi. Ne studiò i difetti, disgustato. Le sue dita si strinsero più forte intorno all'apparecchio e questi si dissolse in cenere.

D'un tratto, l'orologio tecnologico che portava al polso vibrò.

Il Rosso fece schioccare il collo prima da un lato, poi dall'altro. Chiuse gli occhi per un momento, quando li riaprì, erano tornati di un marrone anonimo, il loro colore naturale. La droga, però, era ancora dentro di lui.

Premette il pulsante laterale dell'orologio e sull'estensione olografica dello schermo comparve un messaggio. «Paziente dodici: esperimento terminato. Paziente quarantadue: nuovo esperimento inizializzato.»

L'uomo sospirò frustrato, si infilò nuovamente il camice, chiuse la custodia e la sistemò nel primo cassetto. Si alzò dalla scrivania e marciò fuori dall'ufficio.

Attraversò il lungo corridoio, le luci al neon si accendevano al suo passaggio, illuminando il fondo buio. Lo scienziato dai capelli rossi si fermò davanti a una porta, una targhetta indicava il numero quarantadue. Accanto alla maniglia, c'era una serratura elettronica con uno schermo luminoso e una serie di tasti numerati. L'uomo affiancò l'orologio al sensore e la porta si aprì con uno scatto.

La stanza quarantadue era di un bianco accecante, parete e pavimento ricoperti di piastrelle lucide da ospedale. Al centro, c'era un lettino su cui giaceva una ragazzina mora dai capelli ricci, ma non la riconobbi. Era immobile. Accanto a lei, un infermiere dalla pelle scura, alto e nerboruto, teneva sotto controllo i diversi macchinari a cui era legata la paziente. Era una tecnologia che non avevo mai visto prima, ma immaginai che non fosse diversa da quella a cui eravamo sottoposti da piccoli nel nostro laboratorio. La giovane aveva un'aureola di sensori adesivi attaccati sulla fronte, altri sul petto, un piccolo macchinario attaccato all'indice della mano sembrava tenere sotto controllo il suo battito cardiaco, che in quel momento segnava una linea piatta, e, infine, uno strano collare metallico intorno alla gola con alcune manopole e pulsanti.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora