16. Romantic Dreams

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mi piegherò in ginocchio
pregando il tuo perdono



Passeggiavo per le corsie di un grosso supermercato sulla statale, con in braccio un pacco gigante di biscotti alle gocce di cioccolato, ragionando su cosa cucinare per cena. Greg era a malapena capace di cuocere un piatto di pasta scotta e mi domandai come avesse fatto a sopravvivere fino ad allora. Mi fermai a prendere spazzolino, dentifricio e altri prodotti per l'igiene, dato che avevo lasciato tutto a casa di Cris.

Il cuore mi s'incrinò nel petto per un attimo, ma ingoiai un groppo amaro di saliva e continuai per la corsia successiva, riempendo il carrello con gli ingredienti per le mie lasagne al pesto o, meglio, la ricetta di mamma Erika.

Non sapevo perché sentissi il bisogno di prendermi cura di Greg dopo tutto quello che mi aveva fatto, se fosse colpa dei sentimenti che provavo per lui o del legame traumatico che avevamo condiviso da piccoli, anche allora lo avevo sempre protetto.

Avrei dovuto odiarlo, essere disgustata da lui. Eppure, me ne stavo lì a fare compere insieme a lui dentro a un discount di periferia, come se non avessimo cercato di ucciderci solo la sera prima.

Lo osservai, girato di spalle a confrontare bottiglie di vino rosso, e provai il desiderio fortissimo di avvicinarmi a lui. Toccarlo, annusare il suo profumo e annientarmi tra le sue braccia. Era incredibile come, ora che eravamo soli, la sua presenza mi facesse sentire al sicuro, nonostante solo un anno prima mi avesse rapita e terrorizzata.

I miei ricordi, i miei sentimenti offuscavano il mio giudizio.

Greg sembrò fiutare la mia presenza e condividere i miei stessi impulsi perché, quando mi avvicinai per controllare perché diamine ci stesse mettendo così tanto a scegliere una bottiglia di vino, lui ripose tutto sullo scaffale e si voltò ad abbracciarmi. Mi strinse a sé, non con la sua solita irruenza, ma con una calma e dolcezza che mi fece strano vedergli addosso. Gli allacciai le braccia intorno ai fianchi e abbandonai la testa sul suo petto.

«Hai scelto 'sto vino?» mormorai, respirando il suo profumo.

«Non ancora.»

«Guarda che non dobbiamo mica dare un banchetto per la corte reale, a me va bene anche il vino in cartone scontato» commentai, alzando lo sguardo verso di lui.

Lui fece una smorfia disgustata. «Vorrei bere qualcosa di decente, è la prima cena che facciamo insieme.»

Ah.

Non l'avevo pensata in questo modo così romantico.

Sciolsi l'abbraccio e presi una bottiglia a caso dallo scaffale. «Questo?»

Greg me la strappò dalla mano e la rimise al suo posto. «Quella marca sa di vomito» ribatté serio.

Mi morsi un labbro per non scoppiare a ridere. «Ti prego, puoi sceglierne uno prima di mezzogiorno? Non arriveremo mai, sennò» mi lamentai.

Lui sbuffò e sollevò una bottiglia di Montepulciano. «Questa andrà bene.»

Posò il vino nel carrello e si diresse verso il reparto dei superalcolici, dove afferrò anche una bottiglia di vodka.

«Stiamo per dare una festa?» domandai confusa.

Lui alzò le spalle e mi rivolse uno sguardo sommesso. «È per festeggiare il tuo ritorno a casa» rispose.

«Ma siamo solo io e te» protestai, indicando tutto quell'alcol. «Vuoi farmi ubriacare?»

Le sue labbra si inclinarono in un sorriso impertinente. «Forse.»

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora